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Coronavirus Niguarda

Mamma positiva al covid vede la sua bimba nata prematura solo dopo 19 giorni

A raccontare la storia, in occasione della Giornata della prematurità, è l'ospedale Niguarda di Milano, dove la piccola è nata

Ha visto la sua bambina solo 19 giorni dopo averla data alla luce. È la storia di Delizia, mamma risultata positiva al covid, che ha partorito sua figlia due mesi in anticipo rispetto alla data attesa. A raccontarlo, in occasione della Giornata della prematurità, è l'ospedale Niguarda di Milano.

La bimba prematura e la mamma positiva al covid

Dopo la nascita la piccola è stata ricoverata  nella terapia intensiva neonatale dell'ospedale milanese. Mamma e papà Stefano l'hanno potuta vedere soltanto dopo quasi tre settimane a causa ella positività di Letizia al coronavirus. La neonata però è stata comunque allattata con il latte materno grazie a una staffetta che si è subito attivata a favore della famiglia.

La vicenda

I fatti risalgono allo scorso maggio, ma il Niguarda ha voluto condividerli soltanto ora in occasione della Giornata dedicata ai bimbi prematuri.“Ero al settimo mese e la rotondità della pancia si stava giusto abbozzando leggermente - ricorda la mamma, 37 anni -. Ero convinta di avere ancora settimane, mesi davanti a me prima della nascita”. Ma non è andata così. “La mattina del 12 maggio - spiega papà Stefano, 36 anni - all’improvviso le contrazioni. Erano le 5.45 del mattino quando siamo partiti da casa, alle 6.41 la piccola è nata a Niguarda. È stato tutto velocissimo e non c’è stato il tempo di rendersi conto di nulla. In sala parto infatti la piccola è stata subito assistita da un’equipe dedicata che l’ha messa nel lettino termico per portarla in terapia intensiva neonatale. Pensavamo di poterla vedere da lì a poco ma non è andata così".

Dopo il tampone, infatti, la madre ha scoperto di essere positiva al covid e a quel punto per entrambi i genitori è stato impossibile accedere al reparto dove si trovava la loro bambina. “Si è trattato di un parto pre-termine avvenuto alla 32esima settimana di gravidanza - precisa Stefano Martinelli, Direttore della Terapia Intensiva Neonatale di Niguarda -, la piccola alla nascita pesava 1450 grammi. Viste le condizioni c’è stato bisogno di un supporto respiratorio non invasivo che si è protratto per una decina di giorni, dal punto di vista clinico per fortuna non ci sono state altre complicazioni. Non è stata rilevata alcuna positività al virus per la bambina e dopo quasi un mese è stato possibile dimettere la piccola con un peso di 1900 grammi”.

"È stata veramente molto dura - racconta la mamma - oltre ai continui aggiornamenti dal reparto sono stata anche seguita per un supporto psicologico. Ogni 2-3 giorni, arrivava da Niguarda la chiamata della psicologa, è stato fondamentale per rassicurami e farmi capire che ero diventata mamma, era difficile realizzarlo in questa situazione di lontananza forzata. Ci siamo messi tutti d’impegno e poi c’era il latte da far arrivare in ospedale per la nostra piccola. Lo tiravo a casa e poi facevamo arrivare i contenitori in reparto tramite un’amica che ci faceva da corriere. Era l’occasione ogni volta per scrivere dei messaggi di incoraggiamento da far recapitare direttamente sulle etichette dei contenitori: “presto insieme”, “ti penso sempre” erano per la mia bambina ma alla fine erano uno sprone per tutti ad andare avanti senza mollare. Quando ci hanno detto che il primo pasto per lei sarebbe stato di soli 3 grammi di latte siamo rimasti sbalorditi, così poco! Non ci rendevamo conto di quanto fosse piccola!”.

"La mamma è stata bravissima e ha seguito tutte le indicazioni date - sottolinea Martinelli -. Per noi ovviamente c’era l’imperativo che non ci fosse nessun rischio di infezione per la piccola, ma tutti gli studi scientifici disponibili al momento, escludono questa possibilità. È un messaggio che deve passare: le mamme positive al coronavirus possono allattare senza rischi con tutte le misure di prevenzione per evitare la trasmissione attraverso il contagio aereo. Inoltre nell’impossibilità di attaccare il piccolo al seno è importante favorire la spremitura e la conservazione del latte”.
 
Dopo la lunga e sofferta attesa è arrivato finalmente il giorno in cui genitori e bimba si sono potuti finalmente incontrare. “Ricordo chiaramente quella domenica non appena è arrivato l’esito negativo del tampone siamo corsi a Niguarda erano le 10 di sera - raccontano mamma e papà -. Finalmente l’abbiamo vista, era uno scricciolo nel lettino è stata un’emozione travolgente. Dalle foto non ci rendevamo conto di quanto fosse piccola, l’incontro dopo 19 giorni ci ha fatto scoprire questo pulcino che era poco più grande della nostra mano. Solo vedendola ci siamo resi conto di essere diventati genitori”.

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