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Coronavirus

"Mia mamma, morta per covid a 68 anni, dimenticata come tanti altri fragili"

La denuncia, affidata ai social, dell'avvocato Carla Condorelli

"La memoria è vita. Buona festa della mamma, Mamma!". Esordisce così il lungo posto di Carla Condorelli, giovane donna che ha perso la mamma di soli 68 anni, affetta da una grave forma di Parkinson, a causa del covid.

"Oggi vi racconterò una storia e la dovrete ascoltare fino alla fine perché è la storia di tutti quei malati invisibili che voi non avete tutelato e che non avranno più la possibilità di raccontarvela direttamente - scrive Condorelli, avvocato a Milano rivolgendosi alla Regione -. Mia madre, 68 anni appena, era affetta da una gravissima malattia neurodegenerativa (PSP Paralisi Sopranucleare Progressiva): una forma atipica di Parkinson caratterizzata da disturbi dell'equilibrio, disfagia e paralisi dello sguardo. Per tale motivo, la commissione competente dell'Ats di Regione Lombardia aveva dichiarato mia madre 'disabile grave'". 

Nonostante la signora rientrasse in questa categoria, ha fatto in tempo a perdere la vita prima di riuscire a ricevere il vaccino anti covid. Non solo, dopo essere risultata positiva al virus lo scorso marzo, come ricorda la figlia, per via dell'isolamento domiciliare a cui è stata sottoposta, non ha potuto più ricevere l'assistenza di cui aveva bisogno in maniera continuativa. "Ma, mi chiedo (e soprattutto vi chiedo) - si legge nella lettera-appello di Condorelli - questo rigido isolamento va osservato anche laddove il soggetto positivo al covid sia un soggetto disabile? Anche laddove il caregiver sia un operatore socio sanitario, magari già vaccinato? (...) Ma, mi chiedo (e ancora una volta vi chiedo): è giusto che un disabile, pur se positivo, sia costretto a rinunciare a quegli interventi che sono essenziali per evitare il peggioramento della propria disabilità?".

La gestione della 68enne dal momento in cui ha contratto il coronavirus è stata interamente delegata alla sua famiglia, oltre che al suo medico curante ("sebbene anch'egli completamente inerme e in balia di protocolli fumosi sia sul fronte vaccino, sia sull'esistenza di una qualche tipologia di assistenza domiciliare per soggetti disabili e covid positivi", precisa la missiva). "Purtroppo - continuano ancora le amare parole della figlia - questa non è nemmeno la parte più vergognosa della storia. Mia madre è morta l'11 aprile 2021 perché il covid ha avuto la meglio su un sistema immunitario già messo a dura prova dalla PSP. È stata ricoverata in extremis e noi non l'abbiamo più rivista. Ci hanno restituito solo la fede e la tessera sanitaria. Un addetto in ospedale ci ha comunicato che i suoi vestiti e la coperta che aveva con sé sono stati 'smaltiti'". Mia madre è morta a causa del covid, due giorni dopo che, per ironia della sorte, il portale di Regione Lombardia, dedicato alle vaccinazioni, ha aperto le prenotazioni ai soggetti 'fragili', inclusi i portatori di disabilità grave ai sensi della legge 104/92, come mia madre".

La denuncia dell'avvocato Carla Condorelli vuole essere anche un modo per far sì che storie come quella, drammatica, vissuta dalla madre, non si ripetano più e per evitare che la Regione si trinceri dietro il baluardo dell'efficienza - appena raggiunta  - nella campagna vaccinale, dimenticandosi i lunghi mesi in cui ha trascurato categorie per le quali ricevere il vaccino rappresentava una questione di vita o di morte. Grave - sottolinea la cittadina - la mancata priorità assegnata ai disabili gravi, sorpassati da altre categorie che hanno potuto accedere alle prenotazioni più velocemente. "La mia famiglia – insieme alle famiglie dei tanti fragili che Voi non avete tutelato - esige delle risposte - continua Condorelli -. Voi tutti destinatari di questa lettera avete il dovere morale e politico – in forza della funzione che rivestite, della poltrona che occupate e del titolo di cui vi fregiate – di spiegare per quale motivo avete deciso che il rischio corso dai fragili ospedalizzati fosse superiore rispetto a quello corso dai fragili curati al proprio domicilio e che, pertanto, questi ultimi potessero attendere nella somministrazione del vaccino". 

I fragili curati a casa - mette in luce il lutto sofferto da questa giovane donna - sono stati completamente dimenticati nella gestione della campagna vaccinale e per molti di loro questo oblio è stato pagato a carissimo prezzo. "Come se non bastasse - chiosa Condorelli - oggi sono costretta a leggere sulle pagine di tutti i giornali e di tutti i social manifestazioni di compiacimento e soddisfazione, da parte vostra, per gli 'straordinari' passi in avanti che finalmente starebbe facendo la campagna vaccinale in Lombardia. In tutta onestà: state semplicemente svolgendo il vostro lavoro e il vostro dovere, con colpevole e imperdonabile ritardo. Affrettatevi, fate di più e fate meglio perché quello che è successo a mia madre non debba succedere a nessun altro".

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