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Coronavirus, le mascherine lombarde sono un caso: "Sono pannolini, pronti a scioperare"

Adl Cobas sul piede di guerra: "Stato di agitazione per tutte le strutture della sanità"

Rivendicano il loro sacrificio, quello di chi "ogni giorno mette a rischio la propria vita". Sottolineano "l'ennesima umiliazione" nei loro confronti. E si dicono pronti allo sciopero. Esplode il caso mascherine "made in Lombardia", i dispositivi sanitari che il Pirellone sta facendo produrre a un'azienda di Rho - per raggiungere l'autosufficienza durante l'emergenza Coronavirus - e che, va specificato, hanno ottenuto l'autorizzazione e il via libera dell'istituto superiore di sanità. 

Ad alzare la voce, con una nota pubblicata nella notte tra mercoledì e giovedì, è il sindacato Adl Cobas. "Non è il lercio, ma l’ennesima umiliazione nei confronti di chi sta prestando il suo lavoro nelle strutture sanitarie. Un'offesa a chi svolge una professione sanitaria e mette a rischio ogni giorno la propria vita", il duro attacco del portavoce Riccardo Germani.

"Le mascherine per gli operatori sanitari di cui Fontana qualche giorno fa andava fiero dichiarando «per fortuna che c’è la Lombardia che le produce», quanto ci costano? Ne produrranno 900.000 al giorno rendendo ridicoli dei professionisti", il j'accuse di Germani.

"Pannolini come protezione facciale"

"Addirittura prima di iniziare la produzione è andato a visitare l’azienda l’assessore all’Ambiente Raffaele Cattaneo di Saronno e quindi suo bacino elettorale, che ha testato con mano l’avvio della produzione; possibile che non si sia accorto della somiglianza a delle mutande per incontinenti? - si chiedono sarcasticamente dal sindacato -. Gli operatori della sanità lombarda dopo aver visto i malati di Covid-19 ricoverati nelle residenze per anziani facendo una strage di ricoverati, adesso dovrebbero indossare i pannolini come protezione facciale".

"Non ci credevamo nemmeno noi che arrivassero a tanto, eppure non hanno fermato la produzione di queste mutande che vorrebbero spacciarci per mascherine, arrivate già in diversi ospedali della Regione Lombardia e nelle Rsa hanno lasciato gli operatori allucinati e non sapevano se ridere o piangere". 

"Le rispediremo al mittente"

"Le rispediremo al mittente - la promessa di Riccardo Germani - e in particolare al Presidente Attilio Fontana, a Giulio Gallera e all’assessore Raffaele Cattaneo così potranno indossarle a loro scelta per l’incontinenza urinaria maschile o come protezione facciale nelle sedute del consiglio regionale".

E Adl Cobas è già pronta al prossimo passo. "Nei prossimi giorni formalizzeremo al Prefetto di Milano lo stato di agitazione di tutte le strutture della sanità pubblica, privata e delle Rsa della Regione Lombardia, chiediamo a tutti i sindacati conflittuali di promuoverlo congiuntamente".

E ancora: "Sciopereremo se riapriranno le attività produttive, per chiedere le dimissioni di Fontana e Gallera, per rendere obbligatori i tamponi a tutti gli operatori e un riconoscimento economico straordinario di 1000 euro al mese per ogni operatore che sta combattendo nelle strutture sanitarie". 

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