"Abolire chiacchiere dei bimbi in mensa": il discusso piano anti covid di una scuola
Succede all'Istituto comprensivo statale Giovanni Falcone e Paolo Borsellino di Castano Primo, hinterland nord ovest di Milano
Sollecitare i "bambini a limitare, se non abolire, le chiacchiere" in mensa. È questa la richiesta che la dirigente di una scuola del Milanese ha indirizzato ai genitori degli alunni, con l'obiettivo di poter continuare a garantire il servizio nonostante il covid.
"In questo particolare momento di emergenza sanitaria - si legge in una circolare firmata dalla direttrice scolastica, Maria Merola - essendo il pranzo il momento più delicato, si chiede ai genitori di supportare la scuola affinchè la mensa diventi il più possibile luogo sicuro di consumazione del pasto, sollecitando i bambini a limitare, se non abolire, le chiacchiere, in modo da poter continuare a garantire questo servizio".
Molte le reazioni, anche accese, di genitori e cittadini davanti alla domanda della dirigente, tra chi ha fatto notare come i bambini stiano subendo le conseguenze più pesanti della pandemia, da un punto di vista psicologico, e chi ha definito l'avviso della scuola "vergognoso" e, addirittura, "degno di un lager".
Nei giorni scorsi a inserirsi nell'acceso dibattito sulla scuola in pandemia e, in particolare, sulla didattica a distanza, era stato anche l'ex assessore all'edilizia scolastica del comune di Milano e maestro elementare, Paolo Limonta, il quale aveva tenuto a rivendicare, una volta di più, il diritto di bambine e bambine, ragazzi e ragazze a fruire spazi di comunità dopo il difficile periodo dell'emergenza sanitaria in cui le scuole erano rimaste completamente chiuse.