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Il coronavirus può "attaccare" anche il midollo: il caso "particolare" al Niguarda di Milano

Il caso di un paziente 59enne, "uno dei primo report" di questa patologia associata al covid

Il coronavirus può colpire anche il midollo. Lo certifica l'ospedale Niguarda di Milano, dove è stato trattato un paziente decisamente "particolare" - "è il primo report" di questo caso, scrivono dalla struttura - che ha ricevuto una diagnosi di "mieloradicolopatia parainfettiva associata a coronavirus Sars-CoV-2", una patologia neurologica che coinvolge proprio il midollo spinale. 

Il coronavirus - ricordano gli esperti - può colpire tanti organi, fra cui il sistema nervoso centrale, e in alcuni casi anche i malati dell'ospedale Niguarda hanno presentato "sintomatologie eccezionali, oggi al centro di ricerche scientifiche". Ma suscitare l'interesse del Cardiocenter è stato "il caso di un uomo di 59 anni senza precedenti anamnestici di rilievo, che a marzo 2020 si è presentato al pronto soccorso lamentando debolezza agli arti inferiori e dolore lombare". 

Il paziente, riferisce il cardiologo Enzo Grasso, "era stato dimesso qualche settimana prima da un altro pronto soccorso della regione con diagnosi di infezione delle vie urinarie". La Tac eseguita in quell'occasione documentava la presenza di lesioni polmonari dette "ground glass, compatibili con Sars-CoV-2, ma un primo tampone nasofaringeo era risultato negativo".

"A Niguarda il paziente è stato sottoposto a un nuovo tampone, risultato positivo", prosegue lo specialista, e a una seconda Tac del torace che documentava "un quadro di polmonite interstiziale bilaterale a evoluzione consolidativa. L'esame neurologico ha evidenziato però anche la presenza di debolezza degli arti inferiori con maggiore compromissione dei muscoli prossimali rispetto ai muscoli distali, iporeflessia diffusa, segno di Babinski bilaterale e parestesie degli arti inferiori".

È emerso così il sospetto di essere di fronte a una sindrome di Guillain-Barré, una malattia neurologica che viene segnalata in numerosi studi sull'argomento, ricostruiscono ancora dal Cardiocenter di Niguarda. "Il paziente è stato quindi sottoposto a Risonanza magnetica spinale, che ha mostrato intensificazione del contrasto del cono midollare posteriore e di alcune radici della cauda equina, nonché a elettromiografia, che ha documentato alterazioni compatibili con una radicolopatia demielinizzante acuta". Da qui la diagnosi di "mieloradicolopatia parainfettiva associata a Sars-CoV-2".

"Il trattamento proposto dai nostri neurologi - conclude Grasso - ha compreso la somministrazione di immunoglobuline in combinazione alla terapia antivirale/immunomodulante specifica per l'infezione da nuovo coronavirus". Un caso divenuto dunque oggetto di studio per la sua particolarità.

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