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Venerdì, 29 Marzo 2024
Coronavirus

Coronavirus, nei giorni più neri dell'epidemia a Milano il numero dei morti è aumentato del 92,6%

Il dato è stato reso noto attraverso una nota congiunta di Istat e Iss

Tra il 20 febbraio e il 31 marzo il coronavirus ha ucciso (ufficialmente) 1.459 persone nella Città Metropolitana di Milano. Ma aggiungendo questa cifra alla media di decessi che si sono verificati nello stesso periodo tra il 205 e il 2019 si scopre che mancano all'appello oltre mille morti.

È impossibile dire con certezza se queste 1.054 persone siano morte anche loro a causa dell'agente patogeno arrivato dalla Cina. Quello che è certo è l'aumento del numero di morti: a Milano +92,6%. Il dato emerge dal Rapporto prodotto dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) e dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) diffuso nella giornata di lunedì 4 maggio.

Il rapporto è stato stilato attraverso gli uffici anagrafe Apr dei comuni (secondo il documento rappresentano il 98,1% della popolazione). In 40 giorni nella Città Metropolitana di Milano sono mancate 5.990 persone e 1.459 sono quelle ufficialmente uccise dal virus. Nello stesso periodo tra il 2015 e il 2019, invece, erano morte 3.477.

Gli scienziati hanno messo nero su bianco nel documento che "la diffusione dell’epidemia produca un aumento dei decessi anche non direttamente riferibili alla sorveglianza Covid-19, ovvero al numero di casi positivi deceduti".

Milano è stata colpita dal virus. In termini assoluti ha pagato un prezzo altissimo, ma in termini percentuali la situazione è stata più drammatica nelle province di Bergamo, Cremona, Lodi: in quelle province il tasso è schizzato letteralmente alle stelle con numeri a tre cifre (rispettivamente 568%, 391%, e 370%).

Quanto è letale il virus

La letalità, come si legge nel documento, è più elevata in soggetti di sesso maschile in tutte le fasce di età, ad eccezione della fascia 0-19 anni. Nel 34,7% dei casi segnalati viene riportata almeno una co-morbidità (una tra: patologie cardiovascolari, patologie respiratorie, diabete, deficit immunitari, patologie metaboliche, patologie oncologiche, obesità, patologie renali o altre patologie croniche).

L’eccesso di mortalità più consistente si riscontra per gli uomini di 70-79 anni, i decessi cumulati dal primo gennaio al trentuno marzo 2020 aumentano di circa 50 punti percentuali rispetto allo stesso periodo della media 2015-2019; segue la classe di età 80-89 (+ 44%). L’incremento della mortalità nelle donne è invece più contenuto per tutte le classi di età; raggiunge alla fine di marzo il 20% in più della media degli anni 2015-2019, tanto per la classe di età 70-79 che per la 90 e più.

La situazione documentata, comunque, non è definitiva:"Per una valutazione complessiva dell’impatto di Covid-19 sulla mortalità totale occorre continuare a monitorare l’evoluzione del fenomeno nelle prossime settimane/mesi", precisano i due istituti.

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