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Coronavirus

L'incontrovertibile discesa dei casi covid e il pesante aumento di morti

A parlare è Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano: tocca il tema dei decessi di questi giorni e quello della contagiosità di omicron 2

"Sono iscritto al partito della cautela ma c'è una incontrovertibile discesa dei casi, per nostra fortuna e per numerosi sforzi. Il dato dei morti è pesantissimo e viene da lontano, sono decessi di diverse settimane fa. Ma quanti di questi sono per delta e quanti per omicron? Dovremmo saperlo. È una domanda che mi faccio per dare una giusta dimensione alla minore patogenicità di omicron. Dovremmo saperlo per non raccontarsi delle favole". A parlare è Massimo Galli, già direttore del reparto di Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, ospite di 'Agorà' su RaiTre. 

Lo stesso Galli, con Adnkronos Salute, aveva affrontato il tema di omicron 2 alla luce di uno studio danese ha indicato una maggiore contagiosità per omicron 2. "A voler vedere il bicchiere mezzo pieno", omicron 2 "può essere l'ulteriore segnale di una capacità evolutiva del virus che, con tutti i condizionali del caso, potrebbe avere imboccato la strada di una maggiore contagiosità, ma, forse, di una minore patogenicità. Se invece il bicchiere lo vogliamo vedere mezzo vuoto", la sottovariante BA.2, 'sorella' dell'omicron originale BA.1, "dimostra ancora una volta che Sars-CoV-2 è spontaneamente incline a mutare. E con tanta parte del mondo non vaccinata, questa caratteristica potrebbe riservare sorprese rappresentando un elemento di pericolosità".

La maggiore trasmissibilità di Omicron 2 non stupisce Galli: "Non poteva che essere così, altrimenti non avrebbe potuto prevalere", osserva l'esperto. "Si tratta di un'ulteriore evoluzione del virus che ne determina un ulteriore incremento di capacità infettante", ma l'analisi porta a due modi opposti di considerare il fenomeno: "Se Sars-CoV-2 cambia perdendo tutto sommato patogenicità, pur a fronte di una grande capacità diffusiva, con tutte le cautele del caso" secondo l'esperto "potremmo prenderla come un bene". Al contrario, "potremmo vedere questa capacità di cambiare come una minaccia, perché in un mondo in larga parte non vaccinato - ribadisce - il virus potrebbe anche produrre mutazioni non solo più diffusive, ma anche più pericolose". Insomma, "osserviamo l'evoluzione" del nemico - è l'invito dello specialista - ma intanto, siccome "qualche segnale positivo c'è, teniamocelo caro".

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