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Coronavirus, niente letti: stop all'ospedale in Fiera. "Servono anche mascherine e camici"

L'annuncio di Fontana: "Protezione civile non può fornirci i presidi". Tutti i dettagli

Niente letti, niente personale. Passo d'arresto per la creazione del "nuovo ospedale" in Fiera a Milano, che dovrebbe ospitare circa 500 letti di terapia intensiva per rispondere all'emergenza Coronavirus, che nella sola Lombardia in due settimane ha fatto registrare oltre 8mila contagi e più di 700 morti spingendo la regione in una continua corsa contro il tempo alla caccia di posti negli ospedali e di presidi sanitari per medici e infermieri.

Ad annunciarlo, venerdì pomeriggio, è stato il governatore Attilio Fontana. "Dalla protezione civile è arrivata risposta negativa - ha detto il presidente della regione -. Non sono assolutamente nelle condizioni di rispettare quello che ci avevano promesso, quindi non possono fornire i presupposti per realizzare questa specie di nuovo ospedale. Non si può fare con l'aiuto della protezione civile - ha ribadito -. Inizialmente era «voi trovate il sito e noi mettiamo i presidi e i dipendenti soprattutto», noi abbiamo detto «va bene» ma oggi ci hanno detto che non ci possono mettere a disposizione né una cosa né l'altra", ha spiegato il governatore. 

Già nei giorni scorsi, intervistato da MilanoToday, Fontana aveva chiarito che gli spazi erano semplici da trovare, mentre risultava molto più complicato trovare personale e presidi medici. E le sue previsioni si sono avverate. 

Coronavirus, materiale sanitario dalla Germania

"Stiamo guardando in giro per capire se riusciremo a trovare i presidi che ci servono, speriamo che si riesca a trovare un'alternativa, ma in questo momento è difficile", ha ammesso. Dal Pirellone, però, è già partita una lettera indirizzata al governo tedesco per  "evidenziare quelle che sono le necessità urgenti della Regione Lombardi". Nella comunicazione, indirizzata al ministro della Sanità tedesca, Jens Spahn, e all'ambasciatore, Viktor Elbling, il presidente Fontana scrive che la Lombardia "ha urgente bisogno di ogni tipo di strumentazione necessaria per l'attivazione di reparti di terapie intensive, oltre che di mascherine, camici, occhiali e visiere".

La lettera conclude confermando che "la Regione Lombardia è pronta fin da ora ad acquistare questo materiale presso i produttori e i rivenditori tedeschi, perché ciò avvenga è necessario che il Governo tedesco conceda le autorizzazioni legate alle licenze di esportazione previste in Germania". 

Aziende aperte e trasporto pubblico

Lo stesso Fontana ha poi spiegato di aver avuto in mattinata un "primo incontro con imprenditori, sindacati, rappresentanti di categoria e abbiamo iniziato a introdurre il problema legato alle aziende per individuare quali sono le attività assolutamente imprescindibili e dall'altro lato le garanzie che devono essere riconosciute ai lavoratori che dovranno continuare a lavorare".

Sul tema del trasporto pubblico: "Abbiamo incontrati i sindaci, abbiamo chiarito alcuni problemi, soprattutto quello legato al trasporto pubblico locale. Abbiamo comunicato - ha sottolineato il governatore - le indicazioni da applicare ai singoli territori". Ci saranno una riduzione per il servizio extraurbano fino all'80%, per il servizio urbano fino al 50 e una "rimodulazione per i picchi di utilizzo. Laddove esistano momenti particolarmente affollati - ha chiarito - proprio per evitare assembramenti, ci saranno un pullman bis che segue il pullman principale" o un secondo treno. 

La zona rossa e l'ospedale di Baggio 

Nella stessa conferenza, Fontana è tornato sul tema ex zona rossa - i dieci comuni del lodigiano isolati a inizio emergenza - evidenziando che "i dati che abbiamo elaborato e valutato oggi sono arrivati alla crescita zero. Quello è il punto che deve essere preso come riferimento, modello - ha ribadito - nel tentativo di realizzare quello che si è verificato in quella zona. Chi applica le misure rigorose blocca lo sviluppo del contagio", ha ripetuto ancora una volta il presidente della Lombardia, quasi come a voler chiedere, di nuovo, un ulteriore inasprimento delle misure finora applicate dal governo

Infine, un passaggio sull'ospedale militare di Baggio, aperto nei giorni scorsi per far fronte alla necessità di posti letto. "L'ospedale di Baggio è aperto, c'era un infermiere positivo - ha concluso -, ma è stata fatta una sanificazione e continua ad accogliere". 

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