Pizze dai ragazzi autistici ai sanitari del Niguarda impegnati contro il covid
Il 7 gennaio i ragazzi saranno impegnati a sfornare e servire pizze a medici e infermieri del nosocomio milanese. Un modo per dire grazie a chi da mesi combatte in prima linea contro il virus
Un gustoso e caldo grazie a base di margherita, capricciosa, romana, marinara ma soprattutto a base di solidarietà e di unità di intenti. L’appuntamento è per il 7 gennaio quando il food truck di PizzAut, la prima pizzeria gestita da persone autistiche, farà tappa davanti al piazzale dell’ospedale Niguarda di Milano. Per tutta la giornata i ragazzi prepareranno, inforneranno e serviranno pizze ai medici e agli infermieri dei reparti covid e del laboratorio impegnato nel servizio vaccinazioni.
Un evento che sta particolarmente a cuore a Nico Acampora, papà e fondatore di PizzAut (oltre che di Leo, il figlio autistico che è stato fonte di ispirazione di questo grande progetto). Nico conosce bene la fatica del personale sanitario impegnato da quasi un anno in prima linea nella battaglia contro il covid. La moglie Stefania è infatti un’infermiera in un grande ospedale lombardo e in questi mesi Nico ha spesso condiviso sui social le fatiche, le paure e l’entusiasmo con cui lei e i suoi colleghi hanno affrontato questa pandemia, sacrificando spesso anche gli affetti.
“In un certo senso noi e il personale sanitario impegnato contro il covid siamo colleghi – spiega il padre -. Loro combattono il virus del covid, noi combattiamo il pregiudizio del virus e dell’ignoranza contro i quali il vaccino non è ancora stato scoperto". Acampora da anni è impegnato in prima linea nella battaglia contro pregiudizi e ignoranza che circolano attorno al mondo dell’autismo dimostrando, grazie al progetto Pizzaut, le potenzialità di questi giovani che sono riusciti a mostrare i propri talenti e la propria autonomia.
L'ideatore di PizzAut, con un gioco di parole, ricorda che l’autismo è contagioso. Un contagio però dagli effetti positivi per la mente e per il cuore. "Le persone che vivono e che lavorano con una persona con autismo – ricorda con un post su Facebook – vengono contagiate da uno stranissimo virus, che le cambia. Vengono trasformate in persone più tolleranti, comprensive, immuni alle frustrazioni, coraggiose, tenaci e dedicano il loro tempo a parlare di cose preziose come l’amore. L’autismo trasforma chi lo conosce”.