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Giovedì, 25 Aprile 2024
Coronavirus

"Con covid a Milano pizzo e affari per usurai"

A lanciare l'allarme la Dda (Direzione distrettuale antimafia) di Milano che evidenzia come durante pandemia non ci sia stata nessuna denuncia per usura anche se le indagini provano sua esistenza

"Evidenti interessi" da parte degli usurai "ad acquistare esercizi commerciali a costo vile" e commercianti che continuano a pagare il pizzo. È il quadro della Milano ancora in guerra con l'epidemia descritto dalla Direzione distrettuale antimafia.

Durante questi nove mesi di pandemia alla Dda di Milano, spiega la responsabile Alessandra Dolci (nel corso della presentazione dello studio di Confcommercio Milano, Lodi Monza e Brianza 'La criminalità ai tempi del Covid: quali pericoli per le imprese'), "non è giunta alcuna denuncia" per usura, ma le indagini mettono invece in luce come in questo periodo sia un fenomeno tutt'altro che inesistente.

Il magistrato ha evidenziato che il 90, 91% di chi ha risposto alle domande dello studio ha detto che, in caso di tentativi estorsivi denuncerebbe. "Ottime intenzioni - ha affermato Alessandra Dolci - vorrei però vedere i vostri associati alla prova dei fatti".

Gli investigatori infatti hanno scoperto come "ci sono dei commercianti che, nonostante siamo in un periodo di profonda crisi, pagano il pizzo: cifre contenute, 500, 1000 euro ma pagano", ha spiegato Dolci, dichiarando che "denunciare è invece un dovere" e "conviene" perché "la moneta cattiva scaccia quella buona" inquinando il mercato, così come sostiene la legge di Gresham. La mancata denuncia potrebbe inoltre comportare anche conseguenze penali o interdittive.

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