«Aiutiamo nostra figlia nel trasloco»: ma erano positivi al Covid. Denunciati
Due coniugi sorpresi dai carabinieri, peraltro in orario di cprifuoco: denunciati per epidemia colposa
«Aiutiamo nostra figlia con un trasloco». Si sono giustificati così due coniugi sorpresi nella tarda serata di giovedì 3 dicembre, in pieno coprifuoco, in un Comune diverso da quello di residenza, davanti ai carabinieri che li avevano fermati per un controllo. Peccato che avrebbero dovuto restare chiusi a casa loro, perché sono entrambi positivi al Covid-19. E così sono stati denunciati per delitto contro la salute pubblica, in base ai Dpcm.
E' successo nel Pavese. I due protagonisti sono un 60enne e la moglie 55enne, entrambi italiani. Risiedono a Cura Carpignano ma sono stati intercettati dai militari a Stradella, a 25 chilometri di distanza. Fermati per il controllo dopo le 22, orario di coprifuoco, hanno affermato di avere praticamente "attraversato" la provincia per aiutare la figlia in un trasloco. I carabinieri, come da prassi, hanno interrogato la banca dati di Ats con il responso in tempo reale: marito e moglie sono risultati entrambi positivi al Covid-19 e quindi tenuti al più rigoroso isolamento fiduciario, che non consente di uscire dall'abitazione o dal luogo dell'isolamento stesso.
E il Dpcm è particolarmente severo: prevede infatti, in questi casi, la denuncia per epidemia colposa (articoli 438 e 452 del codice penale), punita con il carcere da uno a cinque anni. "Negligenza, imprudenza o imperizia, inoosservanza di leggi, regolamenti, ordini o discipline", che è il modo in cui il codice penale definisce la "colpa", calza a pennello in situazioni come queste.
E non è finita, perché i due coniugi sono stati anche multati per la generale inosservanza del Dpcm: per la verità, il trasloco rientrerebbe tra i motivi previsti per giustificare un allontanamento (si pensi a un contratto di locazione in scadenza), ma evidentemente non nel caso di due persone positive al Covid-19.