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Coronavirus

Il professore che difende gli studenti novax

Secondo il docente è una discriminazione che obbliga gli studenti ad autodichiarare se si sono vaccinati o no

Se i suoi studenti non vaccinati contro il covid saranno costretti a finire in didattica a distanza, si rifiuterà di fare lezione. E' determinatissimo Saverio Mauro Tassi, docente di storia e filosofia al liceo scientifico Einstein di Milano, arrabbiato contro la decisione del governo di differenziare la dad a seconda che si sia vaccinati o no. 

"Parlo da vaccinato in attesa della terza dose", commenta il docente parlando all'Adnkronos: "L'obbligo degli studenti ad autodichiarare il proprio stato vaccinale è inaccettabile. E' contrario ai principi elementari di pedagogia perché non sarebbe una dichiarazione spontanea, libera, ma obbligata, indotta. E' un'altra misura che, insieme alla differenza di trattamento fra studenti vaccinati e non vaccinati, imposta per decreto per gestire i contagi, favorirà la conflittualità fra famiglie e fra studenti".

"Sono gli adulti a dover stare attenti a non contagiarsi"

Di qui l'appello del professore ai suoi colleghi ad attuare lo 'sciopero bianco' contro la discriminazione tra studenti vaccinati (che potranno rimanere in classe in caso di due positivi) e non vaccinati (che dovranno in quel caso andare in dad). "Sappiamo benissimo - spiega Tassi - che i giovani, a parte rari casi, non corrono rischi e che non ha senso imporre l'obbligo né tanto meno situazioni discriminatorie. Si obietta che gli studenti potrebbero contagiare gli adulti? Ma sono gli adulti che hanno il dovere di non farsi contagiare. Non si può scaricare sugli studenti questa responsabilità. I rischi vanno contenuti in altro modo: con sanificatori dell'aria, con le mascherine, come abbiamo fatto nel nostro liceo. Non chiudendo in dad i non vaccinati. E' una scelta insensata".

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