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Coronavirus

Variante delta, le proposte: "Partire subito con vaccinazioni a migranti e ridurre tempi tra prima e seconda dose"

Ma il consiglio regionale della Lombardia boccia la mozione

Accelerare la campagna di vaccinazine per i soggetti fragili e gli ultra sessantenni che, ancora, non si sono prenotati. Accorciare l'intervallo tra la prima e la seconda dose per velocizzare ulteriormente il raggiungimento dell'immunità. Iniziare a vaccinare gli stranieri irregolari. E controllare le frontiere per effettuare test e disporre quarantene per chi proviene da zone "a rischio" di variante delta del covid. Proposte bocciate dal consiglio regionale della Lombardia, dopo essere state presentate in una mozione, martedì 6 luglio, dal consigliere Michele Usuelli di +Europa/Radicali.

La variante delta "sta diventando prevalente in Lombardia e in Italia", fa notare il medico-consigliere: "Secondo il centro europeo per la prevenzione ed il controllo delle infezioni, entro la fine di agosto la variante delta caratterizzerà il 90 per cento dei casi di coronavirus all’interno dell’Unione europea. La variante delta ha una parziale capacità di 'immune escape', ovvero di mancata copertura del vaccino, fra la popolazione che è stata vaccinata in modo non completo (con una sola dose) o non vaccinata, mentre i soggetti completamente vaccinati risultano avere una buona protezione, indipendentemente dal tipo di vaccino".

Di qui la necessità di affrettare al massimo l'inoculazione della seconda dose, riducendo il 'gap' con la prima. Come è noto, con Pfizer la seconda dose può essere somministrata a partire da ventun giorni dopo la prima. Ma anche l'importanza di vaccinare i più fragili e i più anziani, alcuni dei quali non si sono mai prenotati. Per non dire degli immigrati, in particolare gli irregolari: si tratta di persone particolarmente a rischio anche e soprattutto in tema di variante delta, visto che questa variante sta arrivando in Lombardia proprio dall'estero. In teoria la procedura per vaccinarli è partita ma, in pratica, il pasticcio dei codici Stp non riconosciuti (se non con un 'trucchetto' che, però, pochi conoscono) sta bloccando le vaccinazioni.

"Letizia Moratti, assessora al welfare, mi ha risposto che faccio inutili e pericolosi allarmismi, invece sono miglioramenti e correttivi alle strategie di contenimento", conclude Usuelli: "Mi pare incredibile rifiutare il dialogo e l’approfondimento sullo scenario peggiore possibile. È un anno e mezzo che vediamo Regione mettere la polvere sotto il tappeto".

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