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Coronavirus Piazza Città di Lombardia

Milano, corteo funebre fin sotto la regione: la protesta dei titolari di bar, ristoranti e palestre

Altra protesta dei proprietari di bar e ristoranti. Corteo dalla Brianza al Pirellone

Gli annunci funebri sulle auto in corteo e la colonna di veicoli che dalla Brianza è partita in protesta - ancora una volta - in direzione Milano. Sempre lo stesso l'intento: far sentire la propria voce e chiedere di poter esercitare il diritto a lavorare. È esplosa di nuovo mercoledì mattina la rabbia delle categorie più penalizzate dai divieti imposti dall'emergenza covid. 

Non sono bastate infatti le aperture limitate reintrodotte con la zona gialla: ristoratori, baristi, proprietari di locali e - questa volta anche titolari di palestre - si sono messi in marcia verso il palazzo della Regione per esprimere, ancora una volta, tutto il loro dissenso. Duecento adesioni all'incirca con una trentina di auto in corteo che hanno viaggiato tra le corsie, accompagnate dalle forze dell'ordine a chiudere la serie. 

La Lombardia vuole riaprire i locali anche di sera

Il corteo di protesta è partito intorno alle 8.30 da Verano Brianza e le macchine hanno percorso tutta la Valassina fino al capoluogo lombardo passando per viale Fulvio Testi e viale Zara. Anche questa volta a risentirne è stato il traffico con il tratto congestionato come accaduto lo scorso 21 gennaio quando la manifestazione dei ristoratori aveva causato rallentamenti e disagi. "Tutto bloccato come lo siamo noi", si legge in un post che accompagna il video postato dai manifestanti.

Proprio il 21 gennaio scorso, i titolari di bar e ristoranti avevano sfilato sotto il Pirellone con bare e manifesti a rappresentare la morte dei loro locali. "Ormai siamo morti viventi - avevano spiegato -. Lo prendiamo in quel posto indipendentemente dal fatto che siamo zona rossa, arancione o gialla. Avevamo investito soldi per mettere i nostri locali in sicurezza perché ci era stato detto che era necessario, invece ora siamo chiusi da mesi e le nostre attività stanno agonizzando. Ancora qualche mese e saremo morti del tutto".

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