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Scuole chiuse, la rabbia degli studenti nel giorno della (non) riapertura: "Abbandonati"

Giovedì dovevano riaprire le scuole, che sono ancora chiuse. Protesta degli studenti al Miur

Chiuse le scuole, chiuso il Miur. Blitz giovedì mattina degli studenti milanesi alla sede meneghina del ministero dell'istruzione, che è stata simbolicamente "sbarrata" dai liceali nel giorno in cui i ragazzi dovevano tornare in aula prima che la riapertura delle classi fosse rimandata, di nuovo, al prossimo 11 gennaio per l'emergenza covid. 

I manifestanti, che si sono presentati verso le 7 in via Soderini, hanno "sigillato" l'ingresso con del nastro bianco e rosso a cui hanno affisso dei cartelli con la scritta "Il Miur nuoce gravemente alla sicurezza degli studenti". Gli stessi autori della protesta, riuniti sotto la sigla "Piattaforma No Dad", hanno poi acceso fumogeni ed esposto uno striscione dedicato al ministro dell'istruzione, Lucia Azzolina, giocando sull'acronimo Dad, didattica a distanza: "Dannazione, Azzolina dimettiti". 

Milano, protesta degli studenti al Miur

"Voi ci chiudete, noi vi chiudiamo", il grido di battaglia dei giovani. "Le scelte sul tema della scuola, prese dal governo Conte da marzo ad oggi, hanno condannato l’istruzione pubblica ad uno stato di isolamento, disorganizzazione e continua incertezza - hanno denunciato in un comunicato -. Le misure inefficaci, le scarse risorse impiegate e l'incapacità di risolvere le problematiche dei luoghi di formazione hanno rivelato un disinteresse politico nella scala delle priorità nei confronti della scuola. Abbiamo visto per mesi centri commerciali e settori della produzione mai fermarsi, anzi intensificare gli ingressi, e le nostre scuole più chiuse che aperte. Siamo stati abbandonati".

"Abbiamo capito quindi, considerati gli ultimi mesi in cui il tentativo di messa in sicurezza delle scuole, da parte del governo, non solo è fallito ma è risultato praticamente nullo, di dover rappresentare noi l'alternativa - hanno proseguito i ragazzi -. Un’alternativa che da marzo cresce e propone, che parla di maggiori trasporti pubblici, di più spazi e di riqualifica del vuoto urbano, di più assunzioni per personale e docenti, di più finanziamenti, le stesse rivendicazioni che vista la situazione attuale potremmo fare anche adesso, palesando quindi che in sette mesi non è cambiato nulla".

"Siamo convinti che il governo e, in particolare il ministro dell'istruzione Lucia Azzolina, sia inadeguato e incapace di risolvere i problemi dell'istruzione italiana, portandoci a considerare che Dad possa essere solo l'acronimo di Dannazione, Azzolina Dimettiti. È il momento di andarvene ma, sapendo bene qual è l'atteggiamento di tutta la classe politica verso gli studenti, abbiamo deciso di prendere noi l'iniziativa. Saremo noi a cacciarvi", la promessa dei giovani, che sono pronti a prendersi "ciò che gli spetta, il proprio futuro". 

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