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Coronavirus, in Italia si va verso il lockdown: Milano in cima alla lista delle città da chiudere

L'ultima stima di Ats Milano Città Metropolitana dicono che di questo passo tra una settimana ci potrebbero essere 20mila nuovi casi a Milano. Situazione critica in tutta la Lombardia

Coronavirus e lockdown. I pessimi dati di venerdì 30 e sabato 31 ottobre hanno avvicinato ancor di più queste due paroline, entrate di prepotenza nel vocabolario di tutti in questo 2020 così imprevedibile. Da un lato per Milano e per tutta la Lombardia sarà fondamentale l'incontro di lunedì 2 novembre tra il governatore Attilio Fontana e i sindaci dei capoluoghi lombardi, incluso Beppe Sala. I rappresentanti del popolo, gli stessi che avevano spinto il Governo a proclamare il coprifuoco notturno e la chiusura nei fine settimana per i grossi negozi e i centri commerciali, analizzeranno se gli effetti di quelle restrizioni hanno avuto un impatto significativo o se sia necessario stringere ulteriormente le misure.

D'altra parte sul fronte nazionale si valuterà, probabilmente già nel weekend che collega ottobre e novembre, se sia il caso di agire subito. Il 9 novembre - data inizialmente prevista per un nuovo Dpcm - è troppo lontano. Così il premier Giuseppe Conte sta valutando se dare un'accelerata. L'escalation di positivi nel bollettino della Protezione Civile di venerdì ha convinto l'esecutivo a muoversi prima del 9, anche se il presidente del Consiglio dovrà prima trattare con gli enti locali i termini della stretta. Intanto nella serata di sabato, dopo i dati quasi fotocopia a quelli di venerdì, il Governo ha convocato il Comitato tecnico scientifico per un incontro urgente. 

Quando sarà firmato il prossimo Dpcm (sul lockdown?)

Il 30 ottobre sono stati registrati 31.084 nuovi casi di positivi al coronavirus con 215.085 tamponi e 199 morti, che portano il totale delle vittime a 38.321 da inizio emergenza. Nelle terapie intensive ci sono 1.746 persone ricoverate. Sono 325.786 gli attualmente positivi (+26.595) e 283.567 i guariti (+4.285). Un andamento confermato anche dai dati di sabato. Per questo Conte ha deciso di anticipare il prossimo Dpcm, che arriverà prima del previsto. Quando? I pronostici sono per una stretta in arrivo sulle città entro il weekend e per l'anticipo della norma ai giorni immediatamente successivi, "sfruttando" le festività dell'1 e del 2 novembre. Secondo altri retroscena invece Conte avrebbe detto esplicitamente no a un Dpcm per lunedì 2 novembre: "Se non aspettiamo, non ci daremo neanche la possibilità di capire gli effetti delle restrizioni imposte".

Coronavirus, perché il lockdown a Milano e in Lombardia?

Sul fronte regionale della Lombardia nell'ultimo mese c'è stata una vera e propria esplosione di casi. E il contesto si è particolarmente aggravato negli ultimi dieci giorni, come dimostrano i numeri: lunedì 19 ottobre a fronte di 14.577 tamponi erano state trovate 1.687 persone positive al virus, giovedì 29 ottobre (a fronte di 42.684 tamponi) sono risultate positive all'agente patogeno altre 7.339 persone. Venerdì 30 si sono sfiorati i 4mila casi a Milano e i 9mila in Lombardia. Per il momento la parola lockdown, che fino a pochi giorni fa era un tabù, è tornata assai di moda. L'ultima stima di Ats Milano Città Metropolitana dicono che di questo passo tra una settimana ci potrebbero essere 20mila nuovi casi a Milano. La situazione non è molto migliore nel resto della Lombardia.

Bollettino Coronavirus a Milano e in Lombardia 30 ottobre 2020-2

Lockdown totale o parziale? Le ipotesi del Governo

Le ipotesi valutate dal Governo, stando alle indiscrezioni emerse, sono diverse.

  • La prima è quella più drastica, ovvero chiudere tutto per almeno un mese lasciando aperte soltanto le fabbriche, le scuole materne e quelle elementari e i negozi dei generi di prima necessità rendendo possibile muoversi da casa se non per motivi validi e validati con il modulo di autocertificazione. Sarebbe una situazione molto vicina al lockdown totale.
  • La seconda prevede invece chiusure a livello regionale e comunale, incentivi allo smart working nel pubblico e nel privato e paletti per gli spostamenti interregionali, sempre con il modulo di autocertificazione.

Se seguirà la seconda strada, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha davanti tre opzioni che rappresentano tre diverse proposte di restrizioni:

  • La prima sono i lockdown territoriali, limitati ai centri urbani più in crisi: a prima vista sembra semplice, in realtà si tratterebbe di chiudere grandi città come Milano, Napoli, Torino e Roma.
  • La seconda restrizione è la chiusura dei confini regionali.
  • La terza è la chiusura di tutte le scuole con l'estensione della didattica a distanza a ogni tipo di istituto.

Anche l'Iss suggerisce al Governo nuove restrizioni a livello locale

Sulla situazione attuale si è espresso anche l'Istituto superiore di sanità. "Undici regioni/province autonome da considerare a rischio elevato di una trasmissione non controllata di Sars-CoV-2", mentre "8 sono classificate a rischio moderato con probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese". Per questo l'Iss invita "nuovamente le Regioni/Province autonome a realizzare una rapida analisi del rischio, anche a livello sub-regionale, e di considerare un tempestivo innalzamento delle misure di mitigazione" dell'epidemia di Covid-19 "nelle aree maggiormente affette in base al livello di rischio".

L'Istituto si è anche appellato alla popolazione affinché "eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie" e si convinca a "rimanere a casa il più possibile".

Coronavirus, come è cambiata la situazione a ottobre?

I casi di coronavirus all'ombra della Madonnina si sono decuplicati da inizio a ottobre, come dimostrano i dati resi noti quotidianamente dalla Regione Lombardia. Il 1° ottobre i casi in città erano circa 110, da venerdì 23 ottobre sono (quasi) stabilmente sopra i mille.

La situazione non è migliore in tutta la città metropolitana. Il primo giorno di ottobre nei comuni che compongono l'hinterland di Milano c'erano 58 contagi giornalieri, giovedì 29 ottobre il dato è arrivato a quota 718.

I primi campanelli d'allarme erano iniziati a squillare ad agosto. In piena estate il trend si era invertito: gli ospedali avevano smesso di dimettere pazienti e avevano iniziato ad accoglierne di nuovi. Ogni giorno. Col passare del tempo l'andamento esponenziale della Pandemia ha portato alla situazione di oggi. Pura e semplice matematica.

Più nel dettaglio: il 27 luglio negli ospedali della Lombardia c'erano 151 malati covid, 14 in terapia intensiva e 127 nei reparti. Il numero più basso dalla fine della primavera. A inizio ottobre la situazione era già più critica; il primo giorno del mese i pazienti covid in ospedale erano 333: 35 in rianimazione e 298 nei reparti. Praticamente a fine mese il numero è decuplicato: 3.700 ricoverati, 345 in rianimazione e 3.355 nei reparti.

Negli ultimi giorni c'è stata anche una accelerata nei decessi: se a inizio ottobre morivano circa cinque pazienti covid ogni 24 ore negli ultimi giorni il dato è peggiorato sensibilmente e da sabato 24 ottobre si è assestato su circa 50 morti giornalieri.

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