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Coronavirus

Quanto durerà la quarantena della zona rossa? Al vaglio un'ulteriore settimana

Molto probabilmente le ordinanze verranno prolungate di un'ulteriore settimana. Con qualche riduzione delle stringenti regole, soprattutto per il lavoro

Quanto durerà la quarantena della zona rossa, ovvero quella dei 10 comuni lodigiani epicentro del focolaio di coronavirus Covid-19 partito dall'ospedale di Codogno?

È molto presto per dirlo. Non c'è un vero termine. Soprattutto dovrà esserci un minor rischio epidemiologico con un trend certo di descrescita di contagi e ospedalizzazioni, che pare sia iniziato. Tuttavia siamo ancora in piena crisi. In queste ore, le istituzioni regionali stanno valutando insieme agli esperti del Ministero della Salute. Con ogni probabilità, gli abitanti e i residenti della zona rossa (Bertonico, Casale, Castiglione, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova) dovranno fare i conti, al minimo, di un'ulteriore settimana di quarantena. Si parla, quindi, fino al periodo che va dall'8 al 14 marzo 2020. Ma i divieti si potrebbero estendere oltre. Magari lievemente allentati, come si chiede a più voci. 

L'assessore regionale alla Sanità, Giulio Gallera, dopo aver mostrato un cauto ottimismo, nelle scorse ore è trasparente: "Sulle ordinanze noi valutiamo se c'è la necessità di prorogarle per una settimana, magari mitigandole", è stato detto al termine della riunione in prefettura a Milano, in cui si è confrontato sull'emergenza coronavirus con i prefetti lombardi.

L'allarme dei sindaci: "Fateci tornare a lavorare"

Nel frattempo, infatti, le lunghe giornate inoperose nella Bassa cominciano a far sentire il proprio peso. Nelle scorse ore i sindaci dei Comuni coinvolti hanno firmato un appello per un ritorno, almeno parziale, alla normalità. "Raccogliamo l'appello delle Associazioni di categoria del territorio e ci rivolgiamo al governo affinché accolga con celerità la domanda pressante e crescente delle oltre 3.400 attività economiche che da sabato scorso sono bloccate, con grave danno per se' e profondo disagio per l'intera comunità. Ridateci il lavoro - chiedono al governo e alla Regione -. Ognuna di queste attività rappresenta una storia ricca di laboriosità intelligente e appassionata. Non si deve mettere in ginocchio una comunità operosa come la nostra. Questo è prezzo troppo alto da pagare per noi senza considerare tutti gli altri insopportabili sacrifici che già stiamo vivendo".

"Per noi - spiegano i sindaci - è necessario normalizzare "il quotidiano" dei nostri concittadini e questo passa necessariamente dalla possibilità di riattivare il lavoro nelle nostre imprese e dalla possibilità di riaprire tutte le nostre attività di vicinato, luoghi fondamentali per ritornare a vivere le nostre comunità. Siamo certi che sia doveroso consentire una ripresa graduale sin dai prossimi giorni, in collaborazione con il Prefetto ci facciamo garanti affinché - concludono i sindaci - la ripresa avvenga con le necessarie garanzie sanitarie che gli stessi imprenditori sono pronti e disponibili a sottoscrivere".

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