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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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L'amarezza dei presidi di Milano: "È triste. La scuola non meritava questo"

Reazione dura di molti dirigenti scolastici ancora in attesa di capire cosa bisognerà fare dopo la sentenza con cui il Tar Lombardia ha annullato l'ordinanza regionale e reintrodotto la presenza al 50% per gli studenti

"È una tristezza. La scuola non meritava questo, non meritava di essere trattata così". Questo il commento, duro, del preside del liceo scientifico Volta di Milano, Domenico Squillace che, come gli altri dirigenti scolastici lombardi, è in attesa di capire cosa bisognerà fare ora, dopo  la sentenza del Tar Lombardia che ha annullato l'ordinanza regionale e reintrodotto la presenza al 50% per gli studenti delle superiori.

L'amarezza dei presidi di Milano

"Domani io dovrei riaprire il mio istituto, secondo quanto stabilito dal Tribunale amministrativo - ha detto Squillace -. Ma so già che a breve dovrebbero arrivare delle indicazioni ufficiali da parte dell'Ufficio scolastico regionale, che di comune accordo con la Prefettura e la Regione, ha deciso di farci riaprire lunedì". A quel punto, però, la Lombardia potrebbe essere in zona rossa e se così fosse varrebbe la norma nazionale che stabilisce la Dad al 100% per gli istituti superiori nelle zone ad alto rischio di contagio.

"È un escamotage per non farci riaprire", afferma Squillace, secondo il quale la Regione vorrebbe far sì che sia il Governo a doversi assumere l'onere di richiudere in casa i ragazzi. "La sentenza del Tar non è solo simbolica - continua il preside - perché dimostra le criticità dell'ordinanza regionale".

Ad aspettare una risposta con indicazioni chiare su come procedere è anche il dirigente scolastico dell'Istituto Maxwell di Milano, Federico Tornaghi, che ha detto: "Non voglio riaprire per un paio di giorni con il pericolo di richiudere subito, ma se non lo faccio rischio un'accusa per non aver fatto il mio dovere. Per questo serve una comunicazione ufficiale dalla Regione o dall'Ufficio scolastico lombardo. Anche perché è impossibile applicare una sentenza, come quella di ieri del Tar, dall'oggi al domani".

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