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Coronavirus

Codogno, dopo oltre tre mesi riapre il pronto soccorso simbolo del Covid-19 in Italia

La riapertura nella massima sicurezza. Il 2 giugno la visita del presidente Mattarella nella cittadina del Lodigiano

Ha riaperto il pronto soccorso dell'ospedale di Codogno, provincia di Lodi, dopo uno stop che perdurava dalla notte tra il 20 e il 21 febbraio 2020. E' il luogo del "paziente 1" di Covid-19 in Italia, Mattia Maestri, il primo paziente a cui è stato diagnosticato il nuovo Coronavirus. Si tratta quindi di un luogo dal significato fortemente simbolico.

Il pronto soccorso era stato chiuso per precauzione, anche perché il "paziente 1" vi si era già recato un paio di giorni prima della scoperta del virus nel suo corpo, ed opportunamente si era ritenuto di prendere la misura più drastica. Così come per i dieci Comuni del Lodigiano, Codogno in testa, primo epicentro dell'epidemia lombarda: immediatamente decretata la zona rossa per evitare qualunque contatto con l'esterno.

La prima giornata di riapertura ha segnato l'ingresso di un paziente sospetto Covid, a cui è stato riservato un percorso "dedicato" senza alcun contatto con altri pazienti. Il tampone ha comunque dato esito negativo, dunque si è trattato di un falso allarme. Certamente positiva invece una donna anziana trasferita da una residenza socio-assistenziale. Anche per lei un percorso d'isolamento cautelativo rispetto a tutti gli altri pazienti, fin dall'ingresso.

Per tutti coloro che accedono c'è la misurazione della temperatura. Un piccolo step per iniziare subito con il piede giusto, questa volta. E in questa zona è ancora forte il richiamo simbolico della visita che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto effettuare proprio a Codogno il 2 giugno. «Il sacrificio di Codogno è stato un esempio di alto senso civico e morale», ha affermato il presidente rendendo omaggio alla cittadina e ai suoi residenti, che lo hanno accolto salutandolo e applaudendolo in centinaia nella piazza principale. Rivolto al sindaco Francesco Passerini, Mattarella ha dichiarato: «Sono qui per ringraziare i suoi cittadini. Per la dignità e la serietà con le quali hanno affrontato questa terribile epidemia. Oggi siamo qui per rendere omaggio a loro, ma anche per non dimeticare tutti coloro che hanno perso la vita durante la pandemia. Il nostro dovere ora è di ricordarli».

Il caso gemello ma opposto di Alzano 

Il pensiero va immediatamente a tutte le persone morte di Covid-19 in questa zona, ma, inevitabilmente, anche al caso "quasi gemello" di Alzano Lombardo, in provincia di Bergamo, dove il primo caso di questo nuovo virus si è verificato quasi nello stesso momento, domenica 23 febbraio.

Il caso di Alzano è stato però letteralmente opposto. Dopo una prima chiusura, infatti, il pronto soccorso è stato riaperto nella stessa giornata, e la zona rossa in Val Seriana non è mai stata decretata. Due punti su cui indagherà la commissione regionale d'inchiesta sull'emergenza Coronavirus, e su cui ha già iniziato a indagare la magistratura orobica: sono stati già sentiti il governatore Attilio Fontana, l'assessore al welfare Giulio Gallera e il direttore generale welfare di Regione Lombardia, Luigi Cajazzo. Quest'ultimo ai magistrati ha riferito di avere impartito l'indicazione di riaprire subito il pronto soccorso di Alzano dopo essersi assicurato che c'erano le condizioni igienico-sanitarie e di sanificazione per farlo.

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