Coronavirus, Sala si schiera: "Condivido le critiche a Regione, è ora di cambiare"
Il primo cittadino: "Non sono nelle condizioni di chiedere il commissariamento, ma..."
Non una richiesta di commissariamento vera e propria, impossibile per "il mio ruolo". Ma una critica forte, dura e sincera sì. Perché, ipse dixit, "la condivido". Pace finita tra il sindaco di Milano, Beppe Sala, e il presidente di regione Lombardia, Attilio Fontana, che in questi mesi di emergenza Coronavirus hanno collaborato - non senza qualche momento di tensione - per dare la migliore risposta possibile.
A far sbottonare il primo cittadino, durante l'incontro “Obiettivo Milano. Verso le comunali” promosso dall’associazione "cronisti in Comune", è stata una domanda sulla manifestazione "Salviamo la Lombardia" che andrà in scena sabato in piazza Duomo per chiedere il commissariamento della sanità regionale, colpevole - secondo gli organizzatori - di troppi errori nella gestione dell'epidemia.
"Chiedo a Fontana un'analisi degli errori"
"Non sono in condizioni per il mio ruolo di chiedere un commissariamento, non credo si possa fare tra sindaco e presidente della Regione. Rimane il fatto che molta della critica a Regione la condivido", la prima "sentenza" del sindaco.
E ancora: "È passato molto tempo, c'è stata una prima fase in cui non si poteva cambiare dal punto di vista della gestione, ma a questo punto bisogna farlo. Di base non è il problema di cambiare una persona, ma cambiare strategia. Serve un'ammissione che alcune cose non vanno. Quello che mi aspetterei dal mio collega Fontana - ha proseguito Sala - è una serena analisi di coscienza di quello che non va e anche degli errori fatti, anche io l'ho fatto".
Un voto a se stesso (e al governo)
Il sindaco ha poi parlato del governo e di se stesso. "Io chiedo che al Governo ci siano persone di esperienza che si siano confrontate con la complessità, che sappiano cos'è la macchina" amministrativa in generale", ha detto. "Non è il momento di persone con delle buone idee e con scarsa esperienza. Quando Conte dice che non ci sarà rimpasto mi arrendo, ma questo governo deve gestire la situazione più difficile dal dopoguerra quindi serve la squadra più forte".
E sul suo operato: "Non mi darei un voto. Il giudizio sull'operato è sempre discutibile e non è quasi mai sereno. Dico che quello che ritengo ho fatto lo si è visto fino a prima della pandemia in una città che veniva indicata come la città con il miglior livello vivibilità in Italia, poi si possono trovare mille sfumature e ovviamente è chiaro che io ero e sono consapevole che c'è ancora molto da fare".
Sala si ricandida?
Ma sarà lui a continuare con il "molto" che c'è ancora da fare? "La decisione di ricandidarmi o non ricandidarmi non dipende assolutamente da una analisi delle possibilità che avrei di vincere, ma la mia riflessione è molto più basica. Arrivo da dieci anni di lavoro durissimo. Expo è stata un'esperienza da un punto di vista fisico ed emotivo devastante, a volte contro tutto e tutti, con un'atmosfera da 'non ce la farai' e poi da sei mesi belli, poi è venuta la fortuna di diventare sindaco di Milano", ha ricostruito il primo cittadino.
"Il prossimo sindaco deve essere un sindaco con una capacità di lavoro e sacrificio straordinaria perché sarà ancora più difficile. Detto questo assicuro che non mi vedo in nessun altro luogo, non ho un'agenda diversa - ha spiegato -. Non c'è niente di più bello per me di fare il sindaco di Milano, ma - ha concluso - se sento di essere non in piena forma di poter prendere questo incarico sarà giusto che lo faccia qualcun altro".