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Sala ha detto che in zona gialla "un po' di tolleranza può anche non andar male"

Il sindaco sul rispetto delle regole: "Dobbiamo essere fermi, ma un po' di tolleranza..."

Un po' di bastone e un po' di carota. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, giovedì ha tracciato un parziale bilancio dei primi giorni della Lombardia in zona gialla - con divieti e restrizioni più leggeri - e ha guardato al futuro, mescolando la linea dura con quella morbida. 

L'occasione è stata la commemorazione per Sergio Ramelli, il ragazzo morto il 29 aprile del 75 dopo un agguato che antagonisti della sinistra extraparlamentare gli avevano teso sotto casa sua, in via Paladini. Parlando a margine dell'evento, il primo cittadino ha spiegato che "adesso anche il tempo aiuta relativamente, però mi pare che ci sia grande volontà da parte di tutti di partecipare alla vita cittadina, di aiutare i ristoratori e i gestori dei bar", che da lunedì possono riaccogliere i clienti ai tavoli, ma soltanto all'aperto. 

"Secondo me la città sta reagendo con compostezza. Speriamo che sia così - ha proseguito il primo cittadino -. Ovviamente con Prefetto e Questore studiamo la situazione per poterla gestire perché poi qualcosa di non ideale succede sempre e lì dobbiamo da un lato essere fermi nel riprendere chi non si comporta in maniera giusta, dall’altro lato - ha concluso - un po’ di tolleranza può anche non andar male".

Sul tema nei giorni scorsi si era espresso anche il governatore lombardo Attilio Fontana. "Dobbiamo chiedere ai nostri cittadini di fare un ulteriore sforzo anche in questi giorni", aveva spiegato il presidente. "Bisogna rispettare le regole perché è l'unico sistema che ci consente di evitare nuovi problemi. Dobbiamo essere rispettosi per non ricadere in nuove restrizioni. La nostra gente - aveva concluso il numero uno del Pirellone - ha bisogno di sentirsi non oppressa e perché ciò avvenga bisogna regolamentarsi". 

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