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Giovedì, 28 Marzo 2024
Coronavirus

Milano, scuole e asili nido chiusi: come cambia la didattica con l'arrivo della zona rossa

Per le famiglie si pone il problema della "sorveglianza" dei figli con ripercussioni sul lavoro

Con l'avvento della zona rossa in Lombardia per le scuole cambia poco perché già con la zona arancione rinforzata erano chiuse. La vera novità riguarda invece la chiusura anche delle scuole per i più piccoli: nidi, micronidi e sezioni primavera. Da lunedì 15 marzo insieme agli studenti più grandi, a casa ci saranno anche i più piccini, per i quali, come è ovvio, non ci sono alternative a distanza come la Dad. Istituti chiusi anche per i figli del personale sanitario.

Le scuole chiuse da lunedì

Il nuovo decreto legge 12 marzo e le ordinanze del ministero della Salute mandano in zona rossa buona parte dell'Italia. Lockdown che prevede dunque la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado: la didattica a distanza per il 100% degli studenti resterà garantita, ma ci sarà la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali. Didattica a distanza che, invece, non verrà garantita i piccoli bambini dell'asilo con i genitori costretti a barcamenarsi tra smart working e "sorvegliare" il proprio figlio. 

In pratica fino al 6 aprile le scuole saranno aperte solo nei territori in zone bianca (la sola Sardegna per ora). Per le famiglie si pone il problema della "sorveglianza" dei figli con ovvie ripercussioni sul lavoro. Nel nuovo decreto legge è previsto il rifinanziamento dei congedi parentali e i bonus baby sitter. Secondo le anticipazioni in particolare si parla di:

  • congedi parentali retroattivi dal 1 gennaio 2021 e retribuiti al 50% per chi ha figli minori di 14 anni. Dai 14 ai 16 saranno usufruibili senza retribuzione;
  • diritto allo smart working per chi ha figli sotto i 16 anni;
  • bonus baby sitter fino a 100 euro a settimana per lavoratori autonomi, operatori sanitari e forze dell'ordine.

Tutte le regole della zona rossa: faq

Fontana: manca la deroga per i figli del personale sanitario

“Ho appreso con grande rammarico che la mia richiesta di deroga per la scuola in presenza, dei figli del personale sanitario, non sia stata accolta e consentita nel Dl approvato dal Consiglio dei Ministri, nonostante lo stesso ministro Speranza, questa mattina, si fosse espresso favorevolmente”. Lo ha scritto in una nota il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, dopo il mancato inserimento della deroga per la scuola in presenza dei figli dei sanitari, nel Dl approvato oggi dal Consiglio dei Ministri. “Insisterò perché ciò possa essere contemplato nel passaggio in Parlamento, considerato che la presenza di medici, infermieri e personale sanitario, sia di fondamentale importanza, soprattutto nelle strutture più sotto pressione, a causa della presenza del virus” ha aggiunto.

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