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Coronavirus, l'appello del virologo Galli: "A Milano situazione difficile, chi può stia a casa"

Lo ha detto il virologo nella giornata di lunedì 26 ottobre. Ecco come sta proseguendo la curva dei contagi

Il coronavirus fa paura e spaventa soprattutto Milano. La situazione, per il momento, non è tragica ma potrebbe peggiorare nei prossimi giorni. A lanciare l'allarme è Massimo Galli, direttore del reparto Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano. "La situazione si sta facendo veramente difficile, specie a Milano. Chi può stia a casa e limiti i contatti sociali allo stretto indispensabile. Salvaguardiamo gli anziani da Covid-19", ha scritto lo scienziato in un tweet pubblicato nella mattinata di lunedì 26 ottobre.

La situazione a Milano

I casi di coronavirus si sono decuplicati da inizio a ottobre, come dimostrano i dati resi noti quotidianamente dalla Regione Lombardia. Il 1° ottobre i casi in città erano circa 110, da venerdì 23 ottobre sono stabilmente sopra i mille.

La situazione non è migliore in tutta la città metropolitana. Il primo giorno di ottobre nei comuni che compongono l'hinterland di Milano c'erano 58 contagi giornalieri, domenica 25 ottobre il numero è arrivato a 1.372. In Lombardia i nuovi casi si sono più che decuplicati in 26 giorni: il 1° ottobre erano 324 mentre domenica hanno toccato quota 5.762. 

Onda di piena: la Regione si prepara

Nel frattempo le strutture sanitarie della Regione si stanno preparando a gestire l'onda di piena perché nelle prossime settimane i casi continueranno ad aumentare. Lo ha detto anche l'assessore al welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera che ha affrontato la questione delle chiusure: "Qualsiasi cosa facciamo oggi vedremo i risultati nei prossimi quindici giorni e quindi ci stiamo preparando al fatto che questi numeri continueranno a crescere in maniera significativa per almeno 15 giorni". Il membro della squadra di Fontana, ospite a Mattino Cinque su Canale 5, ha precisato che la situazione negli ospedali della Lombardia "non è in alcun modo paragonabile a quella che abbiamo vissuto a marzo, oggi abbiamo fino a 1.800 posti letto nelle terapie intensive" (attualmente i ricoverati in rianimazione sono 231 e negli ultimi giorni stanno crescendo con una media di 20 unità al giorno).

"La nostra capacità di fare tamponi è enorme e imponente, isoliamo le persone, ma tutto questo non è sufficiente — ha concluso Gallera —. Il numero di asintomatici è particolarmente ampio, se ne individua una parte. Non c'è sistema sanitario al mondo che è in grado di reggere, questo virus si combatte solo con il distanziamento, non c'è un altro strumento ora".

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