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Giovedì, 18 Aprile 2024
Coronavirus

Lo smart working è stato prorogato fino al 31 dicembre

A prevederlo un emendamento del decreto 'Riaperture'. "Gli smart-worker nei prossimi mesi potrebbero essere tra i 3 e 5 milioni", dicono l'Osservatorio del Politecnico di Milano e di Randstad Research

Ancora smart working. E fino alla fine del 2021. A deciderlo un emendamento del decreto 'Riaperture' approvato in commissione alla Camera, che proroga il 'lavoro agile' fino al 31 dicembre anche per il settore privato e senza preventivo accordo con il lavoratore. 

Che fine farà lo smart working a Milano dopo la pandemia

Il diritto allo svolgimento dell'attività lavorativa a distanza era già riconosciuto fino al 31 dicembre ma soltanto per i lavoratori del settore pubblico, mentre per il privato la normativa prevedeva che il ricorso al lavoro agile fosse possibile, anche in assenza degli accordi individuali, solo fino al 31 luglio.

Con l'emendamento approvato, invece, anche per le aziende private lo smart viene prorogato fino alla fine dell'anno. Inoltre, con il regime semplificato i datori di lavoro avranno la possibilità di poterlo attivare con un atto unilaterale, senza cioè dover sottoscrivere un accordo con ogni singolo lavoratore. Ovviamente i dipendenti che svolgono la prestazione in modalità 'agile' hanno diritto ad un trattamento economico non inferiore a quello riconosciuto ai lavoratori presenti fisicamente in azienda. Secondo una stima dell'Osservatorio del Politecnico di Milano e di Randstad Research, nei prossimi mesi, gli smart-worker potrebbero essere tra i 3 e 5 milioni.

La ricerca: "Lo smart working favorisce equità retributiva e di genere"

Stando a un'analisi presentata giovedì scorso presso la Commissione XI del lavoro della Camera dei deputati, da Variazioni, società di consulenza specializzata in innovazione organizzativa e smart working, il ricorso al lavoro da casa, se strutturale e vero, favorisce l'equità e la trasparenza retributiva di genere. E lo smart, del resto, è uno strumento che piace in primis ai dipendenti.

Secondo il rapporto, basato sui dati raccolti dalle proprie indagini condotte su oltre 50mila lavoratori e manager multi settore, sia pubblico che privato, un lavoratore agile su due è donna ed esiste una forte correlazione tra adozione del lavoro agile, employability femminile, trasparenza ed equità retributiva. L'organizzazione del lavoro e la flessibilità organizzativa tipiche del lavoro agile nella sua forma vera e strutturale, ovvero come soluzione di efficienza organizzativa voluta condivisa e non dettata da motivi di welfare (e tanto meno emergenziali) contribuisce a realizzare la parità retributiva perché, tra le altre cose, favorirebbe un più equo utilizzo del tempo di donne e uomini e una più equa redistribuzione dei compiti di cura. Inoltre, spiegano da Variazioni, lo smart working riduce il ricorso delle donne al part time e allo stesso tempo aumenta la consapevolezza degli uomini ai carichi di lavoro domestico e di cura. Non solo. Il lavoro agile funge anche da equalizzatore retributivo perché il tempo - in ufficio o lavorato - non è più un fattore determinante per la retribuzione; non conta più il tempo lavorato, ma gli obiettivi; le policy di lavoro agile non prevedono straordinari retribuiti.

"Suggeriamo che lo smart working venga considerato come uno strumento prioritario di miglioramento della condizione lavorativa femminile", ha affermato in audizione Arianna Visentini, fondatrice e ceo di Variazioni, illustrando i dati delle survey condotte negli ultimi 12 mesi che confermano le evidenze raccolte anche prima dell'emergenza pandemica. "Il vero lavoro agile - ha proseguito la ceo - se correttamente inteso e introdotto, può fungere da strumento di straordinaria efficacia nella direzione della parità retributiva di genere, della trasparenza verso un vero cambiamento culturale. La trasparenza delle retribuzioni con il lavoro agile arriva come risultato di un processo. Diversamente l'introduzione di una misura di trasparenza imposta dall'alto o in contesti impreparati, non viene compresa e può potenzialmente diventare controproducente".

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