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Cinema, teatri e spettacolo: «Coronavirus, la Regione aiuti anche loro»

Pronto un ordine del giorno firmato da Paola Bocci (Pd) non appena "ripartirà" il consiglio regionale

Estensione alle imprese di spettacolo delle misure di accesso al credito; esenzione temporanea di tributi e altri oneri locali, in particolare azzerando la quota Irap regionale; creazione di un fondo straordinario di sostegno alle imprese dello spettacolo; anticipazione del versamento dell'acconto del 75% del contributo sulla convenzione tra Regione Lombardia e sistema teatrale lombardo. 

Sono alcune delle misure urgenti che verranno richieste con un ordine del giorno firmato dalla consigliera regionale del Pd Paola Bocci non appena il consiglio regionale verrà "riaperto", visto che in periodo di emergenza Coronavirus i lavori dell'aula sono sospesi. Il settore dello spettacolo è tra quelli che soffrono particolarmente le limitazioni dettate dalla necessità di arginare il contagio. La chiusura totale dei cinema e dei teatri ha infatti comportato l'interruzione improvvisa di tutte le attività; ma il settore (soprattutto teatrale) è composto soprattutto da persone che lavorano a intermittenza.

Lavoratori soprattutto a intermittenza

Artisti, ma anche tecnici, trasportatori, facchini, maschere: tutte figure professionali che "ruotano" intorno al mondo del teatro, che hanno un reddito solo se ci sono spettacoli. Tutte figure professionali che, dalla chiusura totale dei teatri, non percepiscono redditi. Per non dire dei teatri stessi, a cui viene a mancare il flusso di cassa, e conseguentemente dei loro dipendenti subordinati; e delle compagnie e delle case di produzione.

«I lavoratori dello spettacolo saranno tra quelli a soffrire di più», commenta Bocci: «Le strutture, tra sale cinematografiche, teatri e sale di concerto, sono più di 400, gestite da 150 imprese. Perciò parliamo di più di 2 mila lavoratori coinvolti direttamente nella gestione di queste strutture. Senza considerare che i numeri non comprendono compagnie, attori e lavoranti. Dovremmo perciò approfittare dell’occasione che si discutono le priorità di intervento per il settore culturale per inserire una serie di richieste per il comparto che già viveva una non facile fase di crisi».

«Il settore è uno di quelli maggiormente colpiti dalle misure - afferma ancora Bocci - a causa della chiusura dei teatri e dei cinema e della sospensione delle manifestazioni culturali, che hanno comportato una drastica riduzione del fatturato causato dalla chiusura delle strutture. L’impatto economico, legato al mancato ricavo da bigliettazione, viene stimato dalla Siae in oltre 10 milioni di euro di mancato incasso al botteghino nella prima settimana».

Le misure richieste

Quali allora le misure che vengono richieste dall'ordine del giorno? Oltre a quelle ricordate all'inizio, l'implementazione dello stanziamento complessivo del fondo Avviso unico cultura, l'erogazione immediata del contributo regionale alle attività del 2020 in sostegno alla produzione teatrale, la proroga al 30 aprile 2020 (anziché al 31 marzo) per l'accesso al bando di adeguamento tecnologico e strutturale.

Ma anche una campagna di sostegno per il rilancio della fruizione degli spettacoli quando le sale potranno riaprire, perché in tarda primavera il pubblico comincia a diradarsi e perché l'effetto psicologico di una prolungata chiusura totale potrebbe a sua volta portare le persone a non tornare "in massa" a teatro e al cinema per paura che l'emergenza Coronavirus non sarà in quel momento totalmente passata. E infine, l'ordine del giorno chiede interventi mirati a sostegno del teatro, del cinema e delle cineteche rivolti all'educational e alle scuole.

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