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Supermercato multato per vendita di cibo per animali, Lav: "Inaudito"

L'accaduto a Busto Arsizio (Va). L'associazione animalista: "Si tratta del primo caso in Italia"

Un supermercato multato perché ha in vendita cibo per cani e gatti. L'accaduto - riferisce la Lega anti vivisezione (Lav) - a Busto Arsizio, dove il negozio è stato sanzionato dalla polizia locale.

Durante un controllo, all’indomani dell’entrata in vigore del nuovo Dpcm, gli agenti hanno multato il Prix della cittadina per "vendita di articoli non consentiti - come si legge nel verbale -, quali alimenti per animali domestici, lampadine, casalinghi, materiale per illuminazioni".

Il verbale di sanzione del supermercato Busto Arsizio

"Non era successo nemmeno nel lockdown nazionale della scorsa primavera - si legge in una nota dell'associazione animalista - i generi alimentari per animali sono infatti da sempre considerati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri come di prima necessità, ovunque, anche nei supermercati. Chiediamo quindi al Sindaco e al Prefetto di Varese di intervenire”. 

La possibile spiegazione

"Le ragioni della sanzione - ipotizza l'associazione - sarebbero state rintracciate nella vendita di prodotti che (sebbene tutti 'di prima necessità' ai sensi del Dpcm), secondo la Polizia Locale, non si sarebbero dovuti trovare in libera vendita in quell’esercizio: nel dettaglio, “materiale per l’illuminazione, casalinghi e alimenti per animali”. 

"Alla luce di quanto disposto nel nuovo Dpcm, infatti - continua la Lav sono da intendersi sospese 'le attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di beni alimentari e di prima necessità individuate nell’allegato 23, sia negli esercizi di vicinato, sia nelle medie e grandi strutture di vendita, anche ricompresi nei centri commerciali…' , consentendo - pertanto - anche a strutture come centri commerciali, notoriamente ospitanti attività commerciali di maggiori dimensioni di non sospendere le vendite". 

La multa sarebbe quindi il frutto di un paradosso insito nello stesso decreto ministeriale che da un lato riserva la vendita di questi prodotti a esercizi specializzati e dall'altro la vieta nei negozi che non abbiano questa specializzazione e che spesso sono attività di vicinato, più facilmente accessibili ai cittadini, con un numero inferiori di ingressi e quindi meno rischi di contagio.

"Tra i controsensi che dominano il nuovo Decreto - conlude la Lav - spesso accompagnati dalle sviste di chi lo interpreta , il fatto che il commercio al dettaglio di beni per gli animali sarebbe consentito solo in 'esercizi specializzati' al di là delle dimensioni". 

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