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Sì ossigeno, no antibiotici e idrossiclorochina: le regole dei medici per curare il covid a casa

Approvate dal Cts lombardo le nuove linee guida per le terapie domiciliari. Tutti i dettagli

“Il Comitato Tecnico Scientifico regionale ha approvato le nuove linee guida per la somministrazione di terapie domiciliari ai pazienti Covid, a supporto del prezioso lavoro dei medici di base per i loro assistiti" Ad annunciarlo, nelle scorse, è stata regione Lombardia, che in una nota ufficiale ha poi fatto sapere che "il testo sarà recepito in una delibera che la Giunta regionale esaminerà nei prossimi giorni”.

Il vademecum dei medici: come curarsi in casa

In sostanza vuol dire che dal Pirellone hanno ufficializzato le terapie guida da seguire in caso di contagio da coronavirus che non richieda il ricovero in ospedale. “Le indicazioni operative sono state elaborate dal gruppo tecnico di lavoro del Cts regionale composto da specialisti, immunologi, virologi e pneumologi – ha spiegato l'assessore al Welfare, Giulio Gallera –, confrontate con il documento predisposto dagli Ordini dei medici della Lombardia e approvate dal Cts in seduta plenaria all’interno del quale siedono i rappresentanti degli Ordini dei medici della Lombardia Gianluigi Spata e Guido Marinoni”.

“Queste linee guida hanno l’obiettivo di rendere omogeneo il livello delle cure e dell’assistenza sul territorio - ha concluso Gallera - e riguardano sia la somministrazione di farmaci che l’ossigeno terapia, evidenziandone i tempi ritenuti opportuni per le diverse fasi della malattia e le soglie di rischio che invece determinano l’opportunità del ricovero”.

Coronavirus, le cure a casa 

Secondo quanto ha riferito proprio la regione in una nota "i cortisonici" sono "da evitare nei pazienti diabetici" e sono "da impiegare solo se necessita di ossigeno terapia. L’impiego in fase iniziale senza ipossia è pericoloso per la progressione della malattia. Alternative al desametasone, altri cortisonici a dose equivalente a quella del desametasone, come da nota AIFA, metilprednisolone 32 mg, prednisone: 40 mg, idrocortisone: 160 mg". 

Sì, chiaramente all'ossigeno, anche se "si sottolinea che l’ossigenoterapia è più indicata in ambiente ospedaliero o in degenze di sorveglianza. L’obiettivo è mantenere una SaO2 > 90% adeguando i flussi di O2 a questo target. Fino ad un massimo di 6 litri/min, poi consigliata ospedalizzazione. Va sottolineato che i pazienti con BPCO possono sviluppare ipercapnia".

"La scelta di iniziare una terapia antibatterica (empirica o mirata) deve essere effettuata solo in presenza di un ragionevole sospetto di infezione batterica, non usare antibiotici in via profilattica", hanno sottolineato gli esperti del Cts. "Relativamente all’uso dell’azitromicina o levofloxacina si specifica che il suo utilizzo va limitato ai casi di possibile sovrapposizioni batteriche, sostenute da atipici, non avendo azitromicina dimostrato alcuna azione sul processo infettivo da Sars-Cov-2".

È poi consigliati una "profilassi anticoagulante se fattori di rischio per TEV e a giudizio del medico in considrerazione dell’età e dell’evoluzione clinica. Alternative a enoxaparina: Nadroparina 3800 UI/die sc e Parnaparina 4.250 UI/ die sc". In caso di "diarrea da covid-19" i medici lombardi prescrivono "idratazione e supplementazione magnesio e potassio" con "Diosmectal 3g x 3 o se incoercibile Loperamide".

Sconsigliata invece l'Idrossiclorochina: "Secondo le indicazioni di Aifa l’utilizzo routinario di clorochina o idrossiclorochina non è raccomandato né allo scopo di prevenire né allo scopo di curare l’infezione", hanno concluso i camici bianchi.
 

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