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Test sierologici bloccati, le strutture: «Dobbiamo siglare accordi con l'Ats». Il 10% dei milanesi è positivo

E' il frutto della direttiva regionale di venerdì per la quale le strutture private devono cedere l'80% dei tamponi successivi al test al settore della sanità pubblica

Sono bloccati in molte strutture private i test sierologici che individuano la presenza di immuglobine del Covid-19. Il motivo è che venerdì la Regine Lombardia ha diramato una direttiva per la quale le strutture private devono destinare l'80% dei successivi tamponi (che devono acquistare per effettuarli su chi è positivo al test sierologico) all'Ats, cioè al settore della sanità pubblica. 

Un provvedimento stabilito ex post rispetto all'apertura ai privati dei test sierologici, che ha di fatto stoppato le operazioni: infatti ora le strutture dovranno sottoscrivere con le Ats specifici accordi per la cessione della quota dell'80% dei tamponi pre-acquistati. Risultato, molti dei centri hanno bloccato le prenotazioni e sospeso l'effettuazione dei test in attesa della sigla di questi accordi. 

Una delle questioni che sarà da chiarire è se la cessione dell'80% dei tamponi al settore pubblico avrà valore retroattivo, ovvero riguarderà anche i test e i tamponi già nel frattempo effettuati (a migliaia) dalle strutture private lombarde autorizzate. Nel frattempo alcune strutture hanno reso noto i primi risultati: è il caso del Centro Santagostino, che al 26 maggio ha effettuato, nell'area di Milano, oltre 4.100 test sierologici, con 435 esiti positivi alle immunoglobine: significa che il 10,4% dei milanesi che si sono sottoposti al test sierologico presso le sedi del Santagostino ha gli anticorpi del Covid-19. E la percentuale scende di molto tra chi non ha avuto almeno un sintomo della malattia.

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