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Coronavirus, a Milano il Comune farà lo screening sierologico a 222 dipendenti

I tre laboratori specializzati che effettueranno gli esami sono il Centro diagnostico italiano, l’ospedale San Raffaele e il Lifebrain Lombardia di Brescia

Il comune di Milano avvia un primo piano di monitoraggio sierologico sui propri dipendenti, partendo dai 282 lavoratori di Palazzo Marino che in questi mesi di emergenza sanitaria sono stati sottoposti alla quarantena. L’amministrazione ha chiuso un accordo con tre strutture sanitarie della Lombardia che hanno assicurato test sierologici e, se necessari, i relativi tamponi. Il costo dell’intera operazione è di 39mila euro (13mila euro per centro).

I tre laboratori specializzati che effettueranno gli esami sono il Centro diagnostico italiano, l’ospedale San Raffaele e il Lifebrain Lombardia di Brescia.

I centri, individuati dopo un’indagine esplorativa, si sono impegnati tra le altre cose a fornire “il referto sui test e tamponi in forma digitale entro due giorni lavorativi dall’esecuzione” e, “in caso di test sierologico positivo, ad assicurare l’esecuzione del tampone nasofaringeo entro due giorni”. Nell’accordo si legge che “per ogni giorno solare di ritardo nella effettuazione dei servizi o nella refertazione” è prevista una penale dello 0,3% da calcolarsi sul valore del singolo contratto applicativo.

Dopo essere partiti con questo primo screening l’intenzione di Palazzo Marino, si legge nella determina dirigenziale, è proseguire il monitoraggio “con procedure più ampie e con avvisi pubblici”. Un’operazione in linea con le regole stabile da Regione Lombardia con la delibera del 12 maggio che ha aperto le porte ai test sierologici eseguiti da privati.

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