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Coronavirus

Vaccini Covid, in Lombardia gli anziani sono solo il 3% del totale

Molte Regioni fanno meglio. Alta la percentuale di personale non sanitario, i cosiddetti "fuori lista"

La Lombardia non riesce a vaccinare contro il Covid gli ospiti delle sue Rsa? I numeri direbbero questo. Per l'esattezza, in Lombardia, alle 10.30 di mattina di mercoledì 13 gennaio, sono stati vaccinati 3.158 ospiti delle strutture residenziali su un totale di 101.358 vaccini effettuati (prima in Italia in numero assoluto ma non in percentuale alle dosi ricevute): il 3,1% dei vaccini è dunque andato aglil anziani delle Rsa e strutture simili. A livello nazionale, il dato sale di molto: il 7,3% dei vaccinati è ospite di Rsa e simili. In numeri, 58.633 persone su 800.730 vaccinati.

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Più alta in Lombardia anche l'incidenza del personale non sanitario: 17.614 persone, pari al 17,4%, contro 116.236 persone non appartenenti al personale sanitario in tutta Italia, pari al 14,5%. Si potrebbe fare diversamente? Certo che sì: in Trentino-Alto Adige, per esempio, gli ospiti delle Rsa vaccinati contro il Covid sono 3.870 su 15.950, cioè il 24,2% dei vaccinati; i non sanitari 2.245, ovvero il 14%, come da media nazionale.

intendiamoci, c'è anche chi fa peggio. In Sardegna, per dire, le vaccinazioni nelle Rsa non sono nemmeno ancora incominciate. Percentuali irrisorie, molto inferiori a quelle lombarde, anche in altre Regioni, dalle Marche alla Calabria. Ma il Trentino Alto-Adige non è l'unica Regione in cui gli ospiti Rsa hanno finora ricevuto più vaccini dei non sanitari. Accade anche in Veneto, Toscana, Umbria e Basilicata. 

Vaccini a personale non sanitario, ecco perché

Ma perché in questa fase viene vaccinato anche personale non sanitario? In teoria il cronoprogrramma prevede di vaccinare anzitutto i sanitari e gli ospiti delle Rsa. Gli altri, già soprannominati "fuori lista", in realtà non sono necessariamente "furbetti del vaccino". La Regione Emilia Romagna, chiamata in causa per una particolare situazione accaduta a Modena quando, per non fare scadere le fiale, a fine giornata dell'8 gennaio sono stati chiamati amici e parenti del personale sanitario, ha reso nota una comunicazione inviata a novembre alle Regioni dal commissario Covid Domenico Arcuri, che per organizzare la campagna di vaccinazioni chiedeva «il numero di personale operante all'interno» di ogni presidio ospedaliero «a qualunque titolo», comprendendo anche amministrativi, tecnici, cuochi, addetti alle pulizie e così via. 

A parte quindi il "caso limite" di Modena, vaccinare anche il personale non sanitario delle strutture ospedaliere e residenziali per anziani risponderebbe a pieno titolo alle indicazioni del commissario. Anche se le percentuali stupiscono. D'accordo sull'esigenza di rendere Covid-free tutti i presidi ospedalieri, ma va considerato il motivo per cui in tutto il mondo si è partiti vaccinando gli anziani: poiché in media sono più a rischio di complicanze, rendere Covid-free quelle fasce di età signifiica ridurre (di molto) la pressione sugli ospedali stessi.

Mentre dunque i carabinieri del Nas hanno acquisito in varie parti d'Itallia l'elenco dei vaccinandi per verificare eventuali abusi di "furbetti", le Regioni devono necessariamente migliorare il rapporto tra vaccinandi anziani e totali. L'attuale 3,1% della Lombardia appare troppo poco. La neo assessora al welfare Letizia Moratti ha del lavoro da fare.

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