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Coronavirus

La Lombardia pensa a vaccinare i lavoratori in azienda, ma si 'dimentica' di over 80 e fragili

Il Pirellone sigla l'accordo con Confindustria, ma le opposizioni vanno all'attacco. Il caso

Annunci e piani da un lato. Ritardi e mancanze dall'altro. In Lombardia esplode, di nuovo, la polemica sui vaccini anti coronavirus, con la campagna vaccinale - coordinata dal consulente Guido Bertolaso - che sta procedendo, innegabilmente, a rilento

L'ultimo caso è scoppiato mercoledì, quando dal Pirellone hanno annunciato un accordo - "unico nel suo genere" - che, hanno spiegato, "coinvolge regione Lombardia, Confindustria Lombardia, Confapi, associazione nazionale medici d'azienda e competenti" per le vaccinazioni all'interno delle aziende

L'accordo tra giunta e Confindustria ha riacceso la rabbia delle opposizioni, che hanno voluto sottolineare - per l'ennesima volta - le "falle" della campagna lombarda. “Se, quando partirà la vaccinazione di massa, si vaccinerà anche nei siti produttivi, coinvolgendo i medici di medicina del lavoro, sarà sicuramente d’aiuto per la riuscita della campagna vaccinale che oggi, basata sulle sole capacità organizzative della Regione, si sta dimostrando fallimentare, nonostante il gradissimo impegno del personale sanitario coinvolto”, ha commentato il capo delegazione del Pd in commissione sanità del consiglio regionale, Samuele Astuti. 

Però, c'è un però. "È, invece, incredibile che ai ritardi già accumulati su over 80 e insegnanti ora si aggiunga anche quello sui soggetti fragili, che la Lombardia inizierà a vaccinare dalla prossima settimana, ma solo se ospedalizzati - ha sottolineato l'esponente dem -. Molte altre regioni, meno celebrate della Lombardia, lo stanno già facendo da un po’. Moratti e Fontana dicono che quella delle vaccinazioni non è una gara, ed è quello che tipicamente dice chi è rimasto molto indietro”.

Vaccini per over 80 e fragili in ritardo

Sulla stessa lunghezza d'onda anche Elisabetta Strada, consigliere regionale Lombardi civici europeisti. “Oggi in Commissione Sanità – ha fatto sapere in una nota - il Dg welfare, Pavesi, ha dato la buona notizia che i medici del lavoro verranno coinvolti per la vaccinazione di massa dei lavoratori, quando partirà. Purtroppo ci ha anche comunicato che la campagna vaccinazione over 80 dovrebbe terminare solo a metà maggio, anziché a fine marzo, come era previsto. E ha specificato che, ad oggi, sono stati vaccinati solo 136.000 over 80 sui 750.000 aventi diritto. Una cosa da non credere".  

E le brutte sorprese non sono finite qui. “Ci ha anche riferito - ha continuato la Strada - che la vaccinazione per i fragili e i cronici inizierà dalla settimana prossima, e che saranno vaccinati negli ospedali che li hanno in cura. Bene perché conoscono il loro paziente. Attenzione, però, a non limitarsi solo a chi è attualmente in cura: ci sono molti fragili cronici che non sono presi in carico da una struttura ospedaliera, ci sono cronici fragili non ricoverati. Inoltre i medici ospedalieri che li seguono per una specifica patologia devono continuare a curarli per la loro specializzazione e non per vaccinarli, perché - ha concluso - non esiste solo il covid 19”. 

Polemico anche il movimento cinque stelle. "Si sottraggono alla responsabilità politica, per ottenere visibilità mediatica. Siamo la regione d’Italia che fa più conferenze stampa che vaccinazioni - il duro commento di Massimo De Rosa, capogruppo del M5s in regione -. Il fallimento di questa amministrazione può riassumersi così. Oggi il Dg Pavesi ha abbandonato la seduta della commissione Sanità, senza rispondere alle domande dei consiglieri regionali, spiegando che lo attendevano in conferenza stampa. Una farsa di un’ora fra vuote autocelebrazioni e insopportabili dichiarazioni d’intenti, in cui all’annuncio, come d’abitudine, non sono seguiti i dati". 

"Hanno detto che le aziende potranno vaccinare. Non hanno spiegato da quando, non hanno detto quali aziende aderiranno al progetto e con che caratteristiche, non sanno quanti cittadini potranno essere coinvolti, quanti medici, quanti infermieri. Non hanno un accordo con i sindacati, hanno detto che i lavoratori dovranno offrirsi volontari, ma non hanno spiegato come dovrà comportarsi l’azienda con chi non lo farà. Insomma, come d’abitudine, dopo l’annuncio niente - ha ribadito De rosa -. Ora invocano collaborazione e chiedono aiuto. Come da un anno a questa parte siamo a disposizione, con le nostre idee e i nostri suggerimenti. È difficile però farsi ascoltare, da chi è sempre impegnato a chiacchierare”. 

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