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Mercoledì, 27 Settembre 2023
Coronavirus

Coronavirus, la variante inglese del covid e l'impatto nei bambini: l'Iss chiarisce i dubbi

Nel Milanese si sono già presentati alcuni focolai a scuola dovuti alla variante inglese

Le varianti del coronavirus colpiscono in maniera particolare i bambini? A questa domanda che in molti si pongono, soprattutto da quando anche nel Milanese sono comparsi focolai della variante inglese de covid a scuola, risponde direttamente l'Istituto superiore della Sanità nelle sue faq. "Fino a questo momento - scrive l'Iss - le varianti più preoccupanti non sembrano causare sintomi più gravi in nessuna fascia di età. La malattia si presenta con le stesse caratteristiche e i sintomi sono gli stessi di tutte le altre varianti del virus".

Quello che invece cambia, come specificano gli esperti è l'elevata contagiosità: "In termini di trasmissibilità la variante 'inglese' manifesta un aumento per tutte le fasce di età, compresi i bambini". Tuttavia, ribadisce l'Iss: "Ci sono ancora molti studi in corso, ma al momento non sembra che la variante inglese abbia come target specifico i bambini, non li infetta in maniera particolare rispetto agli altri. Per quanto riguarda le altre varianti i dati non sono ancora sufficienti a formulare ipotesi". 

Il focolaio di variante inglese a scuola

L'Ats di Milano ha dovuto affrontare nei giorni scorsi l'emergenza di un focolaio che potrebbe essere stato generato dalla variante inglese del covid. Il condizionale è d'obbligo ma la variante più contagiosa è stata rilevata analizzando quattro test a campione su 59 positivi. Tutti e quattro hanno dato lo stesso risultato e non è escluso che il numero possa crescere ulteriormente dato che attorno alle tre scuole della città gravitano circa 700 alunni, attualmente tutti in quarantena.

Per il momento dal comune invitano alla calma: "Suggeriamo di non prestare attenzione a messaggi allarmistici che non provengono da fonti istituzionali", si legge in una nota firmata dal sindaco Francesco Vassallo e dall'assessore alle politiche educative Ida de Flaviis. Sempre dal comune smentiscono lo scenario di una possibile zona rossa localizzata. Ma la situazione è in continua evoluzione.

Il Municipio comunque ha chiuso tre scuole: la primaria Marco Polo nella frazione di Ospiate, la primaria Rosmini e l'asilo Munari. I positivi al tampone sono 59: 45 alunni e 14 tra insegnanti e operatori. I numeri però potrebbero aumentare nelle prossime ore dato che venerdì mattina è partito il maxiscreening con tamponi antigenici e chiunque risulterà positivo verrà sottoposto al test molecolare.

Non solo: da Ats Metropolitana spiegano che "è stato attivato uno specifico protocollo di sorveglianza che prevede l’effettuazione del tampone molecolare al termine dei 14 giorni di quarantena per tutti i contatti stretti". 

La variante inglese sembra prendere il sopravvento in tutta la Regione Lombardia. La vicepresidente e assessore al Welfare di Regione Lombardia Letizia Moratti ha detto che "purtroppo le varianti sono presenti in Lombardia con una percentuale pari al 30% riscontrata nei tamponi positivi, che potrebbe arrivare nelle prossime settimane al 60/80%, esattamente come sta accadendo in altri Paesi".

La variante inglese del covid

Nel caso della variante inglese, a mettere in allarme gli esperti è soprattutto l’elevata contagiosità del ceppo che si è originato a settembre nel Kent e che nel giro di soli due mesi è diventato dominante nel Regno Unito facendo esplodere i contagi e le vittime. Secondo virologi ed epidemiologi questa variante ha un tasso di contagiosità più elevato, ma non è ancora chiaro se sia causa di una letalità maggiore. I vaccini ad oggi in commercio hanno dimostrato una buona efficacia contro la variante inglese, mentre alcuni test condotti su alcuni campioni hanno mostrato una mutazione (chiamata "E484k") già osservata nelle varianti che hanno avuto origine in Brasile e Sudafrica. Per ora si tratta di pochi casi, ma la circostanza è preoccupante. I ceppi isolati in Sudafrica e in Brasile si sono dimostrati più abili nell’eludere gli anticorpi e dunque potrebbero inficiare anche l'efficacia dei vaccini.

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