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Giovedì, 25 Aprile 2024
Coronavirus

Perché la comparsa della variante omicron 2 non è una brutta notizia

A spiegarlo è Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano

"Per il momento omicron 2 non cambia lo scenario e non bisogna allarmarsi già in partenza. Anzi, se questa evoluzione va verso la conferma di varianti stile omicron, ben venga. Che queste varianti siano possibili è nella natura di Sars-CoV-2 e non ci deve sorprendere. È un virus che ci ha abituato in questi 2 anni, in cui è stato seguito anche per questo aspetto, alla generazione di varianti che possono avere una maggiore o minore fortuna, a seconda del vantaggio che conferiscono".

A spiegarlo è Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell'università Vita-Salute San Raffaele di Milano. "Finché il virus circola sarà così", sottolinea l'esperto all'Adnkronos Salute, mentre la sotto-variante di omicron corre secondo quanto sembra stia accadendo in Nord Europa. "Quando Sars-CoV-2 non circolerà più o circolerà molto meno, allora avremo una situazione più tranquilla anche rispetto a questo aspetto. Però devo dire che, se l'andamento con omicron 2 è una conferma delle caratteristiche biologiche della variante omicron, io ho una visione non negativa. Si infetterebbero tante persone - precisa - ma tante persone tra i vaccinati non avranno sintomi o sperimenteranno sintomi risibili".

Inoltre, numeri così elevati "significano - evidenzia Clementi - che avremo presto un'immunità nella popolazione molto vasta. Abbiamo avuto quotidianamente in questi giorni 100-200mila infettati, e in parte si tratta di persone non vaccinate che diventano parzialmente immuni con l'infezione naturale. Questa quota si aggiunge a tutti i vaccinati. Non chiamiamola immunità di gregge, visto che questa è un'infezione particolare e con un virus così poco stabile ci possono essere delle sorprese, ma vuol dire che molte persone si stanno immunizzando. Se vediamo 200mila casi con i tamponi, nella realtà saranno 4-5 volte di più, quindi un milione di persone al giorno che si infettano col virus".

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