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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Al corteo per il clima di Milano: le voci di un nuovo '68

Migliaia e migliaia di ragazzi sono scesi in strada a scioperare per salvare il Pianeta, pronti a esigere il cambiamento che ancora non è avvenuto

C'è la mamma con i due bambini che hanno disegnato diversi dinosauri colorati accanto alla scritta "The dinosaurs thought they had time too" (anche i dinosauri pensavano di avere tempo). C'è il gruppo di liceali che chiede se quelli di un'altra scuola sono già "scesi" o meno. E c'è il fiume di folla gioiosa, pronta a marciare per chiedere un futuro per il Pianeta tra musica rock, striscioni e balli improvvisati. Era questa l'atmosfera che si respirava alla partenza del mega corteo per il clima di venerdì mattina a Milano, al quale tra i 9mila partecipanti (secondo la stima della questura), c'erano anche le celebri eco attiviste Vanessa Nakate e Greta Thunberg, entrambe protette dal cordone di ragazzi di Fridays for Future e altre piattaforme ambientaliste.

Il mega corteo a Milano con Greta Thunberg (Foto G. Mannu e E. Dragotto)

"Da soli, come singole persone, possiamo fare poco, ma credo molto nella forza di insieme - ci dice speranzosa la giovane Sara, di Fff -. Ormai stiamo continuando con queste manifestazioni da diverso tempo e mi auguro veramente che la causa dell'ambiente possa arrivare a stare a cuore a un numero sempre più alto di persone. Il cambiamento climatico non è un argomento che riguarda solo noi giovani, riguarda tutti. Però non credo che i leader stiano ascoltando le nostre richieste, si parla molto ma le azioni sono davvero poche. Anche i grandi brand usano l'ambiente e i temi green come pubblicità, ma non ci credono davvero".

Il sentimento dei ragazzi, come già messo in luce dalla Thunberg durante la YouthForClimate, è di forte sfiducia nei confronti della vecchia classe dirigente. Ma questo non gli impedisce di protestare per chiedere - esigere - un futuro diverso. "Dubito che la Pre Cop sia servita a qualcosa - ci confida Giovanni, ventenne di Studenti Indipendenti del Politecnico -. Anche per quanto riguarda questa manifestazione, la speranza che le nostre voci vengano ascoltate c'è, ma i precedenti non fanno ben sperare. Vige il solito paternalismo, dicono 'sì, vi ascoltiamo', ma poi non fanno niente. Alla fine vogliono che restiamo al nostro posto. Ci vorrebbe un dialogo vero, ma fino a ora è mancato. Per il futuro ci auguriamo almeno di riuscire a sopravvivere in modo decente, senza dover ogni anno subire eventi catastrofici, come alluvioni, incendi e terremoti. Vogliamo un mondo che sia al contempo più pulito e più giusto, dove possano essere evitate le migrazioni climatiche. Tutte queste proteste, tutta questa partecipazione, alla lunga vincerà, speriamo però non troppo alla lunga, perché i tempi stringono".

Ma alla manifestazione di venerdì mattina, oltre ai tantissimi studenti, c'erano anche persone più mature, come Giorgio, militante di Fridays for future che si autodefinisce 'diversamente giovane'. "Ci aspettiamo il miracolo che ancora non è avvenuto - ci rivela -, ovvero che i potenti del mondo facciano davvero qualcosa per l'emergenza climatica, che nel frattempo è sempre sempre più grave e ormai sotto gli occhi di tutti. Abbiamo dei governati e dei ministri che continuano con le loro chiacchiere senza fare nulla di concreto. Ed è veramente triste che i politici chiedano le soluzioni ai ragazzi: vuol dire che la nostra classe dirigente è incapace, oltre a continuare a fare gli interessi di alcune multinazionali, finanziandole con milioni e milioni di euro. Quello che deve avvenire è una rivoluzione degli stili di vita". Una rivoluzione a cui le migliaia di persone che hanno sfilato per le vie del centro sembrano già pronte, riuscendo a portare a Milano, e non solo, il vento di un nuovo '68.

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