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Tutto quello che fanno i pompieri di Milano

Il comando provinciale di Milano svolge circa 90 interventi al giorno. Ecco quello che succede quotidianamente in via Messina

Mediamente ogni 12 ore a Milano e hinterland c'è una famiglia che vede la sua casa devastata da un incendio. Il fuoco avvolge gli appartamenti, li divora distruggendo i ricordi di una vita intera. Sono numeri che fanno spavento quelli che trapelano dal comando provinciale dei vigili del fuoco di Via Messina. Le cause? Tra le più disparate: cortocircuiti dell'impianto elettrico, malfunzionamenti di elettrodomestici, caricatori degli smartphone che si surriscaldano e prendono fuoco.

Proprio gli incendi costituiscono il 20% dell'attività complessiva da parte dei pompieri di Milano che ogni anno, mediamente, svolgono circa 30mila interventi di soccorso, circa 90 al giorno (32.877 il dato del 2019 reso noto nella giornata di mercoledì 8 settembre durante la presentazione del nuovo comandante Nicola Micele). Oltre a spegnere incendi - quelli in abitazione sono circa mille all'anno - i caschi rossi fanno veramente un po' di tutto: intervengono sulle fughe di gas, si occupano dell'apertura di porte e finestre, salvano persone rimaste intrappolate negli ascensori, intervengono in ausilio delle altre forze dell'ordine per interventi di pubblica sicurezza, salvano animali e mettono in sicurezza strutture danneggiate dal maltempo. Oltre alla parte di soccorso e urgenza c'è molto di più: vigilanza nei locali di pubblico spettacolo, formazione antincendio e pratiche di prevenzione incendi. Non solo, nel 2020 - l'annus horribilis della pandemia da covid - si sono occupati anche di santificazioni, trasporto urgente di materiali e assistenza alla popolazione. Inoltre il nucleo Nbcr (acronimo di nucleare, biologico, chimico, radiologico), d'accordo con l'ospedale Sacco, si è occupato di analizzare 9.721 tamponi molecolari a beneficio dei vvf e degli enti di soccorso e pubblica sicurezza.

L'ultimo maxi intervento di Via Messina è stato alla Torre del Moro, il grattacielo di 18 piani avvolto e distrutto da un incendio nel pomeriggio di domenica 29 agosto. Un incendio che ha visto la presenza di 8 autopompe, quattro autoscale da 40 metri, una unità per la protezione delle vie respiratorie, un carro attrezzato per l'apertura di porte blindate, 2 carri ventilazioni, una unità di comando locale e un elicottero del reparto volo di Malpensa. In totale sono 36 le squadre che si sono avvicendate per nove giorni.

In Via Messina, comunque, i vigili del fuoco sono addestrati per intervenire in situazioni simili: "Ogni comando si adegua agli interventi che possono essere svolti - ha precisato il neo comandante Micele parlando con i giornalisti -. Una volta nelle campagne c'erano squadre specializzate nello spegnimento di incendi nei fienili, ora ci si addestra anche per intervenire nella 'Milano verticale'".

Il legame tra Milano e pompieri però è antico e profondo. Il primo "comando" fu istituito il 1° febbraio 1812 e la prima sede (che contava 83 unità operative) si trovava nell'ex Convento di Sant'Eustorgio. In oltre due secoli i vigili del fuoco hanno ricevuto tre medaglie d'argento al valore civile (la prima per gli interventi tra il 1940-1944) e si sono "allargati". Attualmente hanno 10 sedi con pompieri permanenti (Via Messina, Via Console Marcello, Piazzale Cuoco, Via Sardegna, Via Darwin, Aeroporto di Linate, Rho, Sesto San Giovanni, Gorgonzola, Legnano) e sette composte da vigili del fuoco volontari (Garbagnate, Inveruno, Magenta, Corbetta, Abbiategrasso, Pieve Emanuele e Melegnano). Il numero dei pompieri operativi? 1.222, ben 409 volontari e 813 permanenti.

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