rotate-mobile
Attualità

“Cucinare al fresco”, quando le ricette gourmet arrivano dai detenuti del carcere

L’obiettivo è quello di estendere l’iniziativa ad altre carceri e ad altre possibili attività

Dalla “Fritatta di spaghetti al ragù” di Daniele, al “Gratin di cavolfiori e salmone” di Lauro, fino alle “Crocchette di patate alla mortadella” di Toni. Sono solo tre delle decine di ricette già raccolte tra i detenuti di quattro carceri lombarde dove è partita l’iniziativa editoriale “Cucinare al fresco”. Per ora è una rivista trimestrale, stampata in un centinaio di copie, che svela i tanti segreti utilizzati da chi si trova dietro le sbarre per cucinare piatti in modo creativo nonostante la povertà dei mezzi a disposizione in cella, come il fornello da campeggio e gli ingredienti acquistati allo spaccio interno. L’obiettivo è però quello di estendere l’iniziativa ad altre carceri e ad altre possibili attività collegate, offrendo ai 60.000 detenuti nelle 200 carceri italiane una concreta occasione di riscatto.

Cucina nelle carceri lombarde

Si tratta di “uomini e donne – ha detto l’ideatrice del progetto, Arianna Augustoni, durante un incontro al Pirellone – che attraverso mille conflittualità e tanta voglia di riprovarci, hanno accettato la sfida di scrivere una parte di loro con una ricetta. Proprio con il cibo questo percorso ha portato a un risultato e, come la musica ha un linguaggio universale, anche la cucina si è confermata uno strumento per accomunare i mille volti del mondo”. Ad oggi i penitenziari coinvolti nel progetto sono il Bassone di Como con il laboratorio “Mandato di cottura”, Bollate con il “Diario dei sapori”, Opera con “Mani in pasta” e Varese con “Assapori(amo) la libertà”. Il provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, Pietro Buffa, ha assicurato che è “quasi pronto” un protocollo che estenderà l’iniziativa a tutti i penitenziari lombardi.

L'iniziativa

Cucinare in carcere, ha osservato ancora Buffa, “è un’attività molto diffusa perché, tra le altre cose, permette anche di passare il tempo. In carcere esiste un livello di resilienza che può essere utile anche fuori. L’idea è quella di chiedere, attraverso un tam tam tutto interno, di far convergere al carcere del Bassone di Como tutte le ricette e tutte le innovazioni culinarie che decine di migliaia di persone detenute sono in grado di scrivere e a Como l’idea è quella di costituire un vero e proprio Comitato di Redazione che sia in grado di valutare, classificare, descrivere il lavoro di tutti quanti, visto cucinare con poco necessità per larga fetta della popolazione”.

L’iniziativa è stata presentata anche dal presidente del Consiglio regionale della Lombardia Alessandro Fermi, dal Difensore regionale e Garante dei detenuti Carlo Lio e dal Direttore del Carcere del Bassone di Como Fabrizio Rinaldi. “Cerchiamo di sviluppare il più possibile – ha sottolineato Fermi – soluzioni di rieducazione della pena. C’è bisogno di dare risalto a questi sforzi e se pensiamo alla povertà dei mezzi a disposizione di queste persone si capisce che la loro voglia di fare e di riscattarsi è veramente tanta. Questo progetto la intercetta, dobbiamo andare avanti e spero di poter proporre una giornata che coinvolga i consiglieri regionali per fare in modo che i reclusi possano mettere a disposizione queste abilità sottoponendosi a un giudizio esterno, vedremo come e dove”.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

“Cucinare al fresco”, quando le ricette gourmet arrivano dai detenuti del carcere

MilanoToday è in caricamento