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"Mio fratello Down abbandonato dal Comune", denuncia una cittadina. Il sindaco: "Non abbiamo posto"

Michela Cavallaro si è vista costretta a pagare quasi 2000 euro dopo che le è stato detto che al centro diurno di Cologno non c'era più posto. Il primo cittadino Angelo Rocchi però fa notare che i servizi sociali comunali hanno sempre seguito il ragazzo

"Mio fratello, affetto dalla sindrome di Down, è stato abbandonato dal Comune di Cologno Monzese, che gli ha negato la possibilità di entrare in un centro diurno disabili della cittadina. Ora dobbiamo pagare 1800 euro al mese per una struttura privata". È quanto racconta Michela Cavallaro a MilanoToday. Il sindaco della cittadina, Angelo Rocchi però sottolinea che il ragazzo è stato seguito per molti anni e al momento la struttura che dovrebbe ospitarlo è satura.

La storia di Angelo

Angelo, fratello della signora Cavallaro, ha 48 anni e circa due anni e mezzo fa è stato dimesso da un centro socio educativo per entrare in un centro diurno disabili attraverso i servizi sociali del comune di Cologno Monzese. "Questo però - continua Michela Cavallaro - non è successo: dal Comune ci hanno detto che non c'era più posto. Siamo rimasti in attesa due anni, intanto mio fratello è stato lasciato a casa, dove a prendersene cura c'era solo nostra madre, già anziana e con l'impegno di occuparsi anche di nostro padre, allettato e con un piede amputato". 

Passati due anni la sorella di Angelo ha trovato posto per lui in un altro centro socio educativo, che però è una struttura privata. "Il problema ora - racconta Michela - è economico: se avesse trovato posto attraverso il Comune, come è suo diritto, avrebbe pagato una cifra minima. Nel nuovo centro invece la quota per la frequenza diurna (dalle 8 alle 16 cinque giorni a settimana) è di 1800 euro al mese, di cui ne vengono rimborsati solo 700. Quindi noi ci troviamo a pagare 1100 euro invece di circa 200".

La signora Cavallaro dice di aver cercato più volte una soluzione insieme al Comune di Cologno, ma sempre in vano: "Nessuno mi ha voluta ascoltare né mi ha dato una risposta - afferma -. Io ho due genitori ottantenni e la mia paura è quella di dover affrontare altre spese, a breve, per assistere anche loro. Ora mi sono rivolta a un avvocato e vorrei fare vertenza al Comune".

La replica del sindaco

Sulla storia di Angelo il sindaco di Cologno Monzese, Angelo Rocchi ha dichiarato a MilanoToday: "Come molti altri utenti questo ragazzo non ha trovato posto all'interno della struttura che avrebbe dovuto ospitarlo. Ma noi non possiamo allargare il centro: il numero di utenti è concordato con la Regione, perciò bisogna attendere che si liberi un posto". 

"La verità è che quest'uomo è in carico ai servizi sociali di Cologno Monzese da 45 anni - continua il primo cittadino -. Noi abbiamo tre strutture per disabili, una per i più giovani, una diurna per quelli più gravi, e la terza dove i ragazzi meno gravi lavorano. Angelo frequentava quest'ultima da tanti anni. Quando i medici hanno constatato un peggioramento delle sue condizioni di salute, però, è stato dimesso. Sarebbe dovuto entrare in un'altra struttura ma questa è satura. È il primo della lista ma bisogna aspettare".

"Il contributo richiesto alla famiglia si basa sulla dichiarazione Isee - chiarisce il sindaco -. Noi forniamo anche un servizio di trasporto e la quota d'invalidità dovrebbe coprire la retta. Purtroppo i posti disponibili nel centro diurno in cui Angelo dovrebbe andare sono solo una ventina. Io ne ho chiesto l'ampliamento ma la procedura di Ats non è immediata. Ci vuole del tempo". Michela Cavallaro, sorella del ragazzo, fa però notare come "il modello Isee da tenere di riferimento per calcolare la retta dovrebbe essere quello del disabile e non quello complessivo della sua famiglia".

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