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L'ammissione di Di Fazio: "Ho narcotizzato e abusato della ragazza"

La difesa della vittima: "Non dice tutto"

Aver narcotizzato e abusato della 21enne che poi l'ha denunciato. È quanto ha ammesso Antonio di Fazio, l'imprenditore farmaceutico rinviato a giudizio con il rito immediato dopo essere stato arrestato a maggio con l'accusa di violenza sessuale nei confronti della ragazza, una studentessa della Bocconi.

Nel corso del processo l'imputato avrebbe ammesso di aver drogato, spogliato e fotografato la 21enne, che aveva attirato nel suo appartamento in centro a Milano con il pretesto di uno stage formativo nell'azienda di cui era il titolare. Interrogato lo scorso venerdì per diverse ore dal pubblico ministero Alessia Menegazzo e dal procuratore aggiunto Letizia Mannella, Di Fazio lunedì 13 dicembre davanti al giudice per l'udienza preliminare Anna Magelli non ha negato i fatti di cui è accusato, testimoniati, peraltro, anche dalle immagini che lui stesso aveva sul pc e ora agli atti dell'indagine.

Ma per gli avvocati della ragazza, l'imprenditore "non ha ammesso tutto e non ha detto tutta la verità", per questo hanno manifestato perplessità sulla versione fornita nella mattinata in udienza. Il processo continuerà il 18 gennaio per la discussione dei pm e la valutazione del gup di una eventuale riunione del procedimento con il filone per cui Di Fazio il mese scorso ha ricevuto una nuova ordinanza di custodia cautelare per altri 5 casi, tra cui il tentato omicidio e le violenze nei confronti della sua ex moglie.

La droga, i giochi erotici, gli indumenti intimi delle vittime

Le indagini sono partite dopo la denuncia della studentessa di 21 anni; altre vittime, poi, si sono fatte vive spiegando agli investigatori di avere subito violenze e maltrattamenti. Diverse le perquisizioni nell'abitazione del manager in via Tamburini a Milano, la prima delle quali è stata effettuata dopo la denuncia della studentessa e ha consentito di rinvenire in casa del benzodiazepine, la droga con cui Di Fazio stordiva le vittime. D'altra parte, nei suoi telefoni e computer erano rimaste tracce di alcune ricerche come 'ragazza addormentata con benzodiazepine'.

Durante le altre perquisizioni sono stati trovati vari oggetti riconosciuti dalle altre ragazze tra cui gioieli ma anche giocattoli erotici. E indumenti intimi riconosciuti come propri da una delle ragazze. A quanto sembra, Di Fazio avrebbe avuto l'abitudine di 'tenersi' l'intimo delle giovani come 'trofeo'.

E c'è anche dell'altro: fuori dal Tribunale, una delle ragazze convocate per essere ascoltate dai magistrati ha incrociato un uomo che, più volte, aveva già visto nell'azienda di Di Fazio, e che avrebbe avuto un atteggiamento d'intimidazione nei suoi confronti quel giorno. Lo ha rivelato agli investigatori ed è emerso che l'uomo, in passato, era stato coinvolto in indagini sulla 'ndrangheta a Vibo Valentia. Pare che Di Fazio non facesse mistero, del resto, di "frequentare criminali", e anzi se ne vantasse.

La violenza all'ex moglie

Quanto all'ex moglie, in passato, aveva denunciato maltrattamenti e atti persecutori tra cui molestie telefoniche e pedinamenti, ma anche due violenze sessuali dopo essere stata narcotizzata. Durante la separazione, Di Fazio avrebbe chiesto a un investigatore privato di versarle cocaina in un bicchiere di latte per farla passare per 'drogata'; l'investigatore, dopo averlo fatto, ha contattato la donna e glielo ha rivelato, perché sembra che Di Fazio non l'avesse pagato per il 'servizio' reso.

Sempre l'ex moglie in un'occasione è stata attirata nella loro vecchia casa coniugale con la scusa di discutere dell'affido del bambino, per poi essere immobilizzata con fascette da elettricista. A quel punto Di Fazio le ha spruzzato spray urticante agli occhi. Ma lei è riuscita a scappare.

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