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Venerdì, 19 Aprile 2024

Sala e i russi "fratelli degli ucraini". Il nemico è Putin, ma il popolo quando si ribella?

Nel suo discorso all'Arco della Pace, il sindaco ha richiamato alle responsabilità di Putin, distinguendolo però dal popolo russo. Ma quanto tempo dovrà ancora passare prima che si ribellino al loro presidente e alla guerra contro l'Ucraina?

Sviatoslav Vakarchuk, cantante molto famoso in Ucraina e fondatore del partito Golos (affiliato ai liberaldemocratici europei), sta girando per il suo paese per portare aiuti e fare ciò che sa fare: confortare le persone con la musica. All'inizio della guerra, Vakarchuk registrava video appelli ai cittadini russi per chiedere loro di non tacere, di ribellarsi, di scendere in piazza a manifestare contro Putin e la politica del Cremlino, contro la guerra. "Ma ho già smesso, perché capisco che non ha senso", ha detto in un'intervista all'Ukrainska Pravda pubblicata sabato 19 marzo.

Proprio sabato, il sindaco di Milano Beppe Sala ha parlato davanti a migliaia di milanesi all'Arco della Pace, illuminato con i colori della bandiera ucraina. Un discorso, il suo, intriso di pacifismo, di condanna a Putin e di invito (all'Italia e all'Europa) ad accogliere gli ucraini in fuga dalla guerra. Ma Sala ha anche sostanzialmente assolto il popolo russo: "Putin, da vent'anni, ha invaso la Russia", ha detto il sindaco strappando qualche timido applauso tra gli italiani in ascolto, aggiungendo (tra qualche fischio degli ucraini presenti) che "le ucraine e gli ucraini sono nostre sorelle e nostri fratelli, ma anche le russe e i russi lo sono. La popolazione ucraina è sorella della popolazione russa ed entrambe sono sorelle della nostra popolazione: che è la popolazione europea".

La fratellanza: concetto scivoloso

Sala intendeva soffermarsi sul fatto che, in Europa, siamo ormai "abituati a cooperare", anziché a competere per i confini, e questo è un fatto storico. Ma il concetto di fratellanza, riferito ai russi e agli ucraini, è scivoloso. E' infatti uno degli argomenti in base ai quali Putin ha giustificato la sua dichiarazione di guerra, quasi un mese fa, facendo intendere che, per lui, Russia e Ucraina sarebbero la stessa cosa e non esisterebbero l'una senza l'altra. Ben strana, peraltro, una fratellanza che porta ad annientare le città "sorelle".

I reportage dalla Russia ci riferiscono che non c'è un movimento di popolo contrario alla guerra. Ci sono stati appelli da parte di singole personalità, ci sono state scelte sicuramente dolorose da parte di alcuni individui (tra cui giornalisti, direttori di teatro e gente comune scesa in strada, arrestata dalla polizia), ma non si è verificata una sollevazione. Gli arresti sono alcune migliaia su una popolazione di 150 milioni, nessuna fabbrica è stata occupata, nessun lavoratore ha scioperato, nessuna manifestazione ha raccolto più di sei o settemila persone, e questo all'inizio dell'invasione, poi basta.

L'impressione è che la parte di russi consapevole della guerra e contraria ad essa abbia scelto al momento di non esprimersi nello spazio pubblico. Ha paura della repressione, si dice. Ma intanto Kharkiv, la città più russofona d'Ucraina, vicinissima al confine, è quasi distrutta. Milioni di ucraini scappano, altri non danno più notizie di sé perché sotto assedio a Mariupol e altrove. Se i russi hanno paura della repressione, gli ucraini vivono la disperazione della guerra sotto i loro piedi e sopra le loro teste. 

Lo spirito di fratellanza impone di ergersi a difesa del proprio fratello, anche contro il proprio governo. Onestamente non pare che questo spirito sia così diffuso tra i russi. Sappiamo, peraltro, che anche nelle famiglie miste ci sono fratture che potrebbero diventare insanabili. Nemmeno quando il legame è realmente di sangue, da quel che ci viene riferito, la parte russa crede ai racconti della parte ucraina sulla guerra in corso.

Il nemico è il 'putinismo' ma il popolo si ribelli

Oggi gli ucraini contestano ai russi il silenzio, l'impietrimento davanti a una profonda ingiustizia perpetrata dal loro presidente. Come dice il musicista Vakarchuk, "ho smesso di fare appelli ai russi, ho capito che non ha senso". La storia dei rapporti tra Russia e Ucraina è tutt'altro che di fratellanza (deportazioni, divieto dell'uso della lingua ucraina, genocidio per fame). La guerra del 2022 è un ulteriore capitolo di questo rapporto tutt'altro che fraterno di Mosca nei confronti di Kyiv. Di qui i fischi a Sala da parte degli ucraini quando ha parlato di "russi e ucraini fratelli". Gli ucraini, in questo momento, aspettano dimostrazioni che non sono ancora arrivate. E più passa il tempo, meno sono disposti (giustamente) a comprendere la paura.

Ogni singolo tedesco, dopo la seconda guerra mondiale, ha preso su di sé il peso dei crimini commessi da Hitler, nonché la responsabilità di dimostrare che la Germania avrebbe potuto essere tutt'altra cosa. Il nostro nemico oggi è innanzitutto il 'putinismo', così come allora il nazismo, ma questo non significa assolvere per l'eternità chi tace e acconsente.

Se il popolo russo vuol essere chiamato fratello dagli ucraini, deve incominciare a dimostrare la fratellanza.

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