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Giovedì, 18 Aprile 2024
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La scuola che toglie il disegno della figlia di Francesca Barra contro la dad

Il preside del Convitto Longone lo fa rimuovere. E la giornalista non ci sta: «Una manifestazione d'affetto per la scuola viene considerata una protesta da condannare»

«Mi manca la scuola. Non potete imprigionarci davanti a un computer». E il disegno di un edificio con l'insegna "scuola" affiancata da un cuore rosso. E un gruppo di bambini e bambine insieme ("prima"), e un paio di manette ("dopo"). Questo disegno, affisso davanti alla scuola elementare del Convitto Longone in via Vigevano a Milano, è stato considerato un messaggio politico dal preside dell'istituto, che l'ha fatto togliere. 

Il caso è esploso perché uno dei genitori che ha aiutato i propri figli ad appendere i disegni davanti a scuola è Francesca Barra, giornalista lucana trapiantata nel quartiere dei Navigli dove vive col marito Claudio Santamaria e i loro figli. «Alle elementari non si può pretendere la dad», aveva scritto la Barra su Instagram ancora prima: «Questa non è istruzione, ma una toppa che stiamo mettendo all’ennesima disorganizzazione. Non ho criticato la prudenza e la chiusura della scuola. Sto criticando la dad in seconda elementare o comunque con bambini così piccoli e il coinvolgimento di famiglie che hanno difficoltà (sicuramente maggiori della mia, ma non è una classifica). Credo che ore davanti al video facciano male a tutta la famiglia».

I nastri colorati diventano "simboli di protesta"

Poi il "fattaccio", denunciato dalla stessa giornalista sempre su Instagram: la scuola, ritenendoli «simboli di protesta non autorizzata», scrive la Barra, ha tolto i disegni con i pensieri dei bambini. «Mi offro volontaria per imbiancare il portone della scuola, talmente sporco che forse questo disegno lo rendeva più bello; per informare mia figlia di aver fatto un lavoretto così fraintendibile su un cartellone minuscolo tenuto da pochi adesivi facilmente rimovibile, da essere motivo di disappunto. Grazie Convitto Longone per aver definito protesta l’amore».

Il rettore Lorenzo Alviggi ha scritto una breve circolare per i genitori, gli alunni e il personale. «Si comunica che l'affissione di cartelloni, disegni, striscioni e/o simboli di protesta sulle pareti e sui cancelli di pertinenza del Convitto Longone non è autorizzato dalla dirigenza. In caso di affissione non autorizzata di cartelloni, striscioni e/o simboli di protesta (es. nastri colorati), ne sarà disposta la rimozione». 

«Una manifestazione d'affetto verso la scuola che viene considerata una protesta da condannare», ha contro-replicato la Barra con una lettera al rettore resa poi pubblica: «Siamo dalla parte della prudenza, ma la cultura e l'istruzione dei nostri figli sono stati obiettivamente trascurati, non da voi ma da chi governa. Proprio per questo dovreste camminare con noi e dire grazie a quel bambino che ama la scuola. 

Il disegno

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