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Alambicchi e erbe coltivate a mano: il milanese che apre una distilleria di gin

Eugenio Belli, 32 anni, crea miscele uniche facendosi ispirare da stagionalità e profumi

Porta il nome del suo creatore, Eugenio Belli, la prima e unica distilleria di gin della Brianza: Eugin. Ma il nome dell'attività, guardando all'etimologia, significa anche altro e affonda le radici nell'antichità classica. Non è solo il gin di Eugenio ma anche il gin "buono". Buono perché fatto con passione e perché creato con ingredienti selezionati attraverso accostamenti che, in un bicchiere, vogliono racchiudere sapori, profumi, sensazioni e anche emozioni. E nelle sue bottiglie Eugenio Belli ha provato a distillare anche le stagioni. Come l'inverno con i licheni che crescono nel bosco mentre tutto il resto della vegetazione cede il passo al freddo e al ghiaccio, con i suo sentori di terra e di muschio. O la freschezza dei fiori di sambuco, la leggerezza della melissa e il calore del grano nella linea 'estate'.

E questi bouquet di profumi e sapori, quasi magie alcoliche, Eugenio Belli, milanese di nascita, 32 anni, le crea a Meda. Nel suo laboratorio di 240 metri quadrati in via Trento, nel cuore della Brianza, tradizionalmente riconosciuta come la terra di mobili. Ma adesso anche un po' del gin.

Eugenio Belli, foto Carlotta Coppo-2

"Ho scoperto la distillazione per caso, guardando il film Il Profumo. Mi ha colpito la scena in cui il protagonista stava imparando a fare l'acqua di rose", racconta Belli. Gli studi in Filosofia, una passione per la cucina e poi l'incontro con la distillazione per catturare l'essenza delle cose e trasformarle in sensazioni da bere. "Era il 2014 e lì per lì non mi sarei immaginato che sarebbe diventato il mio lavoro".

Per il 32enne milanese inizialmente la distillazione è un hobby casalingo ma poi la passione diventa un'idea e un progetto che sceglie la Brianza per prendere forma. "Avevo un laboratorio a casa con un minuscolo alambicco e ho iniziato a distillare partendo da zero. La prima cosa che ho distillato sono stati degli oli essenziali con le erbe poi ho virato verso le miscele alcoliche".

"Sono un cuoco mancato - confessa Belli - e distillare gin è un po' come dare vita a una ricetta e mettere insieme ingredienti che magari sono diversi tra loro e l'alambicco fa quello che potrebbe fare un forno per una pizza. La pasta non puoi mangiarla cruda ma gli ingredienti se si mettono nel forno che li cuoce consegnano un prodotto gradevole". Avviare la prima distilleria di gin della Brianza non è stato semplice e Belli ha dovuto fare i conti con le lungaggini burocratiche e ha dovuto aspettare due anni, dal 2016 al novembre 2018, per poter vedere il suo sogno realizzato.

Eugin non è solo l'unica distilleria in Brianza ma è anche una impresa indipendente. "Il gin lo faccio io per davvero. La partenza è una base di alcol neutro che arriva da un'ottima distilleria piemontese e gli ingredienti per quanto posso li coltivo e li recupero io, raccogliendoli". In una coltivazione in Emilia Romagna Eugenio Belli ha messo a dimora le piante di ginepro che distilla e qui trova e raccoglie anche le primule, le foglie di nocciolo e i fiori di sambuco, l'ortica, la borraggine, la melissa, le pigne di abete, i licheni e le castagne. Tutti ingredienti - erbe e fiori - che creano il ventaglio di profumi e aromi del suo gin che ha scelto di differenziare anche con alcune linee stagionali. 

E così il gin dell'inverno - il preferito di Eugenio - sa di licheni ma anche di muschio, di terra, di ginepro. L'estate nel bicchiere invece arriva con il profumo dei fiori di sambuco, con la freschezza dell'ortica, della borraggine e della melissa uniti al calore della pienezza del sentore del grano. 

Il gin brianzolo vola fino a Hong Kong

E sempre Eugenio cura anche la fase della distillazione. "Nelle fasi iniziali assaggio continuamente", racconta il 32enne che ha con pazienza visto i suoi alambicchi lavorare per 3.698 ore dal 2018 a oggi. La procedura dura dalle 5 alle 8 ore e mezza, poi il gin va fatto riposare in fusti di acciaio per un periodo di tre settimane prima di procedere con l'imbottigliamento. E il gin brianzolo va lontano, addirittura fino in Cina. "Ho ricevuto delle richieste di spedizione a Hong Kong e anche dai Paesi Baltici e dalla Scandinavia".

"Del gin mi piace l'idea che si può creare qualsiasi cosa, tutto quello che mi passa per la testa. E la produzione delle stagionali appunto è quella che mi piace di più. Con il gin ci si può permettere di aggiungere l'elemento creativo in una misura in cui con nessun altro distillato si può fare". E a provare gli accostamenti e gli esperimenti di Eugenio Belli c'è il suo "team di assaggiatori" fedele: assaggiano i miei vicini, mio padre e ho alcuni amici barman che sono i primi a cui sottopongo quello che creo di nuovo ma il mio gin soprattutto deve piacere a me".

Tra i prodotti più apprezzati c'è il best seller Foresta: "è il primo gin ad alta gradazione che ho fatto e riprende ingredienti che si possono trovare in questo ambiente come le gemme di betulla, la corteccia di quercia e le nocciole con quella sensazione di grasso per bilanciare l'effetto estrema secchezza e ancora i semi di abete e ginepro". E se si dovesse catturare l'essenza della Brianza in un gin? "Sconfinerei verso le montagne, verso il lecchese e il comasco per creare un gin che potrebbe avere erbe di campo, carota selvatica, melissa e un po' di menta insieme a una buona parte di ingredienti da bosco come noci, nocciole e pigne di abete". 

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