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Giovedì, 25 Aprile 2024
Attualità Castello / Piazza Castello

Una donna col burqa crocifissa in piazza Castello a Milano

L'opera, provocatoria, dell'artista Donati Mayer sull'emergenza umanitaria in Afghanistan

Un velo a coprire la testa e una parte del viso, una mascherina e una grande croce in legno. È l'opera, provocatoria, apparsa nelle scorse ore in piazza Castello a Milano. La firma è quella di Cristina Donati Mayer, artista e attivista che ha voluto denunciare la "precipitosa fuga degli occidentali da Kabul che ha lasciato nelle mani dei tagliagole talebani un intero Paese e, soprattutto donne e bambine, odiate visceralmente dai patriarchi maschilisti e semi analfabeti, fondamentalisti del nulla".

L'installazione, ribattezzata “Le donne afgane ringraziano”, è composta da una croce sulla quale è trafitta una donna con il burqa, "che contrasta - ha spiegato la Mayer - con l’estetica serena e rassicurante della grande fontana del Castello" e "rappresenta la sorte alla quale le truppe Usa e della Nato stanno abbandonando le donne e le bambine afgane".

"La scomposta fuga degli occidentali da Kabul sta lasciando nel Paese asiatico alcune decine di migliaia di persone a rischio tortura, lapidazione e assassinio per mano dei tagliagole Taliban. Sono le ragazze che avevano avuto l’illusione, in questi 20 anni di occupazione militare, di poter lavorare, studiare o non nascondersi in un sacco nero di tessuto. Sono le persone che hanno collaborato e lavorato con gli occidentali e con le autorità fantoccio afgane. Sono le bambine, anche di 8 anni e le ragazze che non avevano alcuna intenzione di prendere in sposo con la forza un vecchio mullah talebano", ha proseguito l'artista.

"Stati Uniti e Europa avrebbero potuto pianificare un ritiro graduale e ordinato, portando prima in salvo le persone esposte a sicura vendetta talebana. Invece - il j'accuse della Mayer - si è scelto di scappare, lasciando agli estremisti armi ed equipaggiamenti, oltre ad un mare di vittime, soprattutto donne e bambine, da falciare liberamente".

L'opera, non autorizata, al momento è ancora in piazza anche "perché - ha concluso l'artista - pesa oltre 100 chili. ça croce è di legno massiccio e la base in ferro, ci vorrà un po' a toglierla".

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