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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Droni per spostare materiale biomedico: il progetto del San Raffaele

Per il momento si tratta di test, ma l'obiettivo è quello di portare i droni a operare i trasferimenti di materiale

Trasportare materiale biomedico da una parte all'altra dell'ospedale in modo autonomo grazie ai droni. È ciò che (probabilmente) succederà in un futuro prossimo, per il momento  al San Raffaele di Milano sono in corso dei test. Sono iniziate sabato 18 marzo le dimostrazioni pratiche del progetto H2020 Flying forward 2020 sviluppato dal centro di tecnologie avanzate per la salute e il ben-essere del San Raffaele insieme ad altri 10 partner europei per sviluppare servizi innovativi per il trasporto di materiale biomedicale e per la sicurezza tramite droni.

Il progetto europeo ha già portato alla creazione dell’infrastruttura fisica e digitale necessaria per sviluppare la mobilità aerea urbana (l’implementazione di soluzioni innovative per l’utilizzo sicuro, efficiente e sostenibile dei droni nell’ambito urbano) e sta consolidando esperienze e know-how utili per la futura implementazione di questi servizi. Le prime dimostrazioni si sono svolte sabato 18 marzo all’Ospedale San Raffaele e continueranno fino al mese di maggio.

La prima dimostrazione ha riguardato l’uso dei droni per il trasporto di farmaci e campioni biologici. Il personale sanitario richiede un farmaco alla farmacia ospedaliera e un incaricato inserisce il prodotto in un contenitore ancorato al drone per il trasporto esattamente dove richiesto. Durante la dimostrazione, il drone è partito da una corte interna all’ospedale, attigua al deposito della farmacia, e ha portato il farmaco in un’altra area dell’ospedale. In futuro questo sistema potrà connettere cliniche, farmacie e laboratori disseminati sul territorio cittadino e regionale, per un trasporto più flessibile.

La seconda dimostrazione ha riguardato la sicurezza all’interno dell’Ospedale e propone una soluzione che può valere per molte altre realtà. Il personale deputato alla sicurezza, infatti, selezionando un punto sulla mappa dell’ospedale, invia un drone sul posto per la ricognizione di una situazione di pericolo. Il drone registra e trasmette in tempo reale le riprese agli addetti alla sicurezza che poi intervengono secondo quanto richiesto dalla situazione.

Il progetto prevede l’integrazione di differenti servizi e l’esecuzione di differenti voli in modalità non a vista (per i quali è necessario l’ottenimento di autorizzazioni operative da parte dell’operatore Uas, unmanned aircraft system). "A tal proposito, un ruolo chiave è stato rivestito nello sviluppo dell’analisi del rischio per l’operatore Abzero, start-up italiana e spin-off della scuola superiore Sant'Anna di Pisa incubata presso il polo tecnologico di Navacchio, che ha svolto le attività come operatore di droni per entrambe le dimostrazioni - hanno precisato dall'ospedale -. In particolare, il loro contenitore certificato, dotato di intelligenza artificiale, chiamato smart capsule, è stato integrato al sistema digitale intelligente sviluppato dai partner di progetto Verses. Ciò permette il raggiungimento di una maggiore autonomia da parte dei droni nello svolgimento di servizi per la logistica e per il monitoraggio".
 

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