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L'allarme: mancano educatori per le comunità di minori in Lombardia

Secondo l'organizzazione che raggruppa le comunità d'accoglienza, gli educatori sono formati soprattutto sulla prima infanzia ma le comunità stanno cambiando

Quasi ottocento comunità minorili con tremila ospiti in Lombardia, ma mancano educatori sufficientemente motivati e preparati. La denuncia arriva dalla sede regionale del Coordinamento nazionale comunità d'accoglienza (Cnca). In tutto, in Italia, le comunità sono più di quattromila, in crescita. E aumenta l'età media degli ospiti: il 62,3% ha 14-17 anni, l'11,5% ha 11-13 anni. E nell'81,5% dei casi la permanenza dura meno di due anni, in diminuzione rispetto al passato. Inoltre dal 2016 gli ospiti stranieri sono diventati più numerosi di quelli italiani.

Segnali di un mondo in trasformazione e, quindi, di nuove esigenze a cui gli educatori non necessariamente sono pronti a rispondere. "Il mondo universitario - sottolinea il Cnca - ha tardato a raccogliere la sfida: da anni, le facoltà di Scienze dell'educazione formano prevalentemente educatori che vogliono lavorare nella prima infanzia, da zero a sei anni, o nelle scuole". Sotto accusa anche alcuni articoli della Finanziaria 2017, voluti dalla senatrice (e pedagogista) Vanna Iori, che hanno assegnato soltanto alla classe di laurea L19 (Scienze dell'educazione e della formazione) la possibilità di formare i futuri educatori: così non è possibile incaricare operatori formatisi in altri corsi di laurea.

Uno spiraglio potrebbe arrivare dal primo master universitario dedicato esplicitamente agli educatori che intendono specializzarsi nel lavoro educativo di comunità, aperto dall'Università di Milano-Bicocca.

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