La start-up milanese che batte Facebook in tribunale: il colosso avrebbe copiato un'app
La sentenza dei giudici d'appello che conferma la condanna già espressa in primo grado
Facebook si è "appropriato" indebitamente di un'app inventata da un gruppo di giovani dell'hinterland di Milano. Il gigante di Mark Zuckerberg, già condannato in primo grado nel mese di agosto del 2016, è ora stato condannato anche in appello dal Tribunale milanese. Tutto ruota intorno alle app "Faround" e "Nearby", la prima ideata dalla start-up Business Competence di Cassina de' Pecchi, la seconda direttamente da Facebook.
L'idea di Faround è semplice ma geniale: si integra con la stessa Facebook e permette, con la geolocalizzazione, di "scoprire" negozi, locali, ristoranti, alberghi nei dintorni, classificati con i commenti e i consigli lasciati dagli utenti Facebook (propri amici compresi).
In base allo stesso principio funziona Nearby, lanciata direttamente da Facebook pochi mesi dopo Faround. Per Business Competence, l'app "nativa" di Zuckerberg è identica in tutto e per tutto alla loro, tranne che per l'aspetto grafico. Facebook naturalmente ha tentato di dimostrare che non è così e che Nearby sia stata sviluppata in modo totalmente autonomo e indipendente. Ma per i giudici si tratta di «appropriazione parassitaria» che ha prodotto per Business Competence un danno economico. Che verrà quantificato da un altro giudice.