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Sabato, 20 Aprile 2024
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Fattorini, rider perde causa: "No ad assunzione a tempo indeterminato"

All'azienda il 23enne chiedeva di essere inquadrato come dipendente per il periodo tra il 23 settembre 2016 e il 28 marzo 2017

La prima causa milanese di questo genere non va come speravano i rider. Non era un dipendente subordinato e l'azienda non aveva alcun obbligo di riconoscere il rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Lo ha stabilito lunedì il giudice del lavoro di Milano Giulia Dossi che ha rigettato il ricorso dell'ex rider Mohamed Elazab, assistito dagli avvocati Tommaso Dilonardo e Michela Mantarro, che chiedeva di essere riconosciuto come "lavoratore subordinato a tempo indeterminato" da Foodinho, di proprietà della spagnola 'Glovo', specializzata nelle consegne a domicilio con le app.

All'azienda il 23enne chiedeva di essere inquadrato come dipendente per il periodo tra il 23 settembre 2016 e il 28 marzo 2017, ossia nei mesi in cui ha lavorato invece come co.co.co, e ancora nei 12 giorni successivi in cui avrebbe continuato a effettuare consegne, a suo dire, senza aver firmato alcun contratto, e in quelli in cui è stato a casa per via di un incidente d'auto sul lavoro. Lui, infatti, secondo il legale, effettuava le consegne in macchina.

"L'azienda non aveva l'obbligo di farlo lavorare - ha commentato poco dopo il verdetto il legale di 'Glovo', l'avvocato Francesco Tanca - così come lui aveva piena libertà di scegliere di effettuare le consegne". Le motivazioni saranno depositate tra 60 giorni.

Soltanto qualche mese fa, un grave incidente stradale dove un fattorino aveva perso l'uso di un arto ha scatenato un ampio dibattito sulle tutele e i diritti dei rider.

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