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Venerdì, 19 Aprile 2024
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"Nessuno può mettere il cinema in un angolo": il flash mob dei lavoratori

Tornare a somministrare cibi in sala, maggiore tempistica di permanenza dei film rispetto alle piattaforme in streaming, ammortizzatori sociali: le richieste dei sindacati

Far sentire la propria voce perché “Nessuno può mettere il cinema nell’angolo!”. Con questo slogan ‘cinematografico’, ispirato al film Dirty Dancing, i sindacati dei lavoratori del settore cinema (che conta mille addetti in Lombardia, più l'indotto), Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, hanno organizzato un presidio con un maxi striscione a forma di biglietto di ingresso davanti al Cinema Colosseo di viale Monte Nero a Milano. I sindacati criticano le scelte legislative per il settore che, insieme alle regole restrittive per la pandemia e ai lockdown per le sale, rischiano di mettere in ginocchio l’intera filiera, con una crisi occupazionale.

Tra le prime richieste, riguardo alle regole covid, la possibilità di tornare a somministrare cibo e bevande, con le regole già previste per il settore ristorazione, sottolineano i sindacati che chiedono però anche norme più stringenti e chiare sul 'rapporto' con le piattaforme di streaming, a partire dai tempi di permanenza in sala dei film prima di essere trasmessi sulle piattaforme.

Presto una manifestazione nazionale

"Questa è un’iniziativa lombarda che si incastra in una dimensione nazionale e sarà replicata in tutte le regioni. Poi culminerà in una manifestazione nazionale", ha affermato Giovanni Fagone, segretario regionale Slc Cgil Lombardia, durante il flashmob organizzato stamattina davanti al multisala Colosseo in viale Monte Nero dai lavoratori del cinema per protestare contro la persistente crisi del settore aggravata dalla pandemia.

Sono almeno quattro le questioni su cui i sindacati chiedono interventi urgenti. "La prima - spiega Fagone - è un ampliamento degli ammortizzatori sociali, insufficienti in un momento di termine della pandemia e di ripresa. La seconda questione è il food. Abbiamo bisogno della possibilità di far fruire il cittadino del cibo e delle bevande che sono una garanzia per le strutture cinematografiche di coprire i costi di gestione", spiega Fagone.

"La terza questione - aggiunge il sindacalista - è la latenza dei film rispetto alla proiezione tra cinema, tv commerciale o le piattaforme on demand. Pensiamo che le produzioni cinematografiche debbano essere esclusivamente proiettate nei cinema, che debba esserci una finestra ampia e un accordo per le piattaforme on demand. C’è poi un problema di natura sindacale: abbiamo bisogno di riprendere la contrattazione del contratto nazionale e di rimettere insieme salario, digitalizzazione e professionalità".

Sindacati ottimisti su ritorno al cinema di spettatori

"Vedere un film in sala è completamente diverso. Io credo che una volta passato il tutto, se in questo periodo difficile c’è la volontà anche politica di salvaguardarle, le sale potranno ritornare centrali. Magari utilizzando lo spazio sotto altre forme, anche se la visione dei film è la parte centrale. Io credo ci sia la possibilità, se ben gestita, di un ritorno nelle sale", conclude Emanuele Colombo, segretario generale Slc Cgil Area Sud Lombardia.

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