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Attualità Sempione / Via Antonio Canova

Il flashmob fuori dal consolato turco di Milano

Presenti le attiviste di Non una di meno

In viola per impedire che i fari si spengano sul ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul. È il flashmob che si è svolto giovedì 1° luglio davanti al consolato turco di Milano, in via Canova, zona Sempione. A organizzarlo le attiviste di Non Una di Meno. L'iniziativa, di supporto alle donne e alle attiviste turche, ha voluto mettere in luce i pericoli che la decisione dello Stato turco comporta in termini di tutele ancora minori sia per le cittadine sia per la comunità Lgbtqia+ del Paese.

"L'uscita della Turchia (un paese in cui muore circa una donna al giorno) dalla Convenzione e, più in generale, quello che sta accadendo in Polonia e nell'est Europa, ci riguarda perché i detrattori della Convenzione, ossia i gruppi ultra conservatori, parlano ovunque la stessa lingua, Italia inclusa", scrive Non una di Meno.

"La Convenzione è osteggiata perché definisce il genere come costrutto sociale, aprendo in questo modo alle soggettività non binarie e trans e negando che le donne siano votate 'per natura' al ruolo di madri - continua una nota del movimento -. I gruppi ultraconservatori vogliono negare e reprimere l'esistenza delle soggettività Lgbtqia+ e vogliono che le donne mantengano il loro tradizionale ruolo di cura in società e in famiglia. Il secondo nodo problematico riguarda proprio la concezione di famiglia: mentre la Convenzione tutela a 360 gradi le donne vittime di violenza, i detrattori della Convenzione vogliono preservare l'unità famigliare, anche laddove questo implica il sacrificio delle donne che subiscono violenza domestica e che vivono sottomesse".

Per questo l'allarme lanciato da Non una di meno sul pericolo di crescita degli episodi di violenza domestica, che dopo il ritiro dalla Convenzione, viene considerata un fatto privato, da risolvere in famiglia. Questo tipo di problematica, fanno notare le attiviste, è presente anche in Italia, dove la tutela e il sostegno alle vittime di violenza sono insufficienti, il procedimento contro i colpevoli non garantisce giustizia ed espone le donne alla vittimizzazione secondaria da parte di tutte le istituzioni, la prevenzione è quasi completamente assente nelle scuole e negli organi preposti alla formazione le politiche integrate per rimuovere le disuguaglianze di genere in società, che sono all'origine della violenza sulle donne.

"L'Europa colpevolmente tace di fronte all'uscita della Turchia dalla Convenzione perché ha le mani legate per via degli accordi con Erdogan per fermare l'immigrazione verso l'Europa - denuncia il gruppo femminista -. I diritti conquistati vanno difesi e bisogna lottare per estendere tali diritti fondamentali a tutt* gli esseri umani: portare solidarietà attraverso le manifestazioni transnazionali, come quelle che si sono svolte ieri contemporaneamente in più di 15 paesi del mondo, è un atto necessario per non perdere terreno di fronte all'ondata reazionaria che sta prendendo piede in Europa e nel mondo".

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