rotate-mobile
Il piano

Milano e la Lombardia si preparano all'arrivo di 100mila profughi

Regione e comuni si stanno attivando per trovare rifugi adatti per l'ondata di ucraini in fuga dalla guerra

La conseguenza più tangibile della guerra russa in Ucraina per l'Italia sarà in un primo momento l'arrivo dei profughi in cerca di una nuova casa. Per questo la Lombardia sta predisponendo un piano per l'accoglienza di 100mila persone che potrebbero arrivare nei prossimi giorni, secondo quanto annunciato dal presidente della Regione Attilio Fontana, intervistato su Radio24.

"Stiamo predisponendo un piano per la distribuzione dei profughi a livello regionale. Tenuto conto dei 55mila ucraini residenti in Lombardia", gli arrivi stimati sono "intorno ai 100mila, uno o due persone per ogni ucraino residente. Probabilmente - ha detto Fontana - saranno meno, però ci dobbiamo preparare per una evenienza di questo genere". Oltre ad aver messo a disposizione gli ex covid hotel, che sono già pronti, "stiamo facendo una ricognizione anche delle case Aler", gli edifici di edilizia popolare di proprietà della Regione, "per capire se anche in queste possano individuarsi dei luoghi di accoglienza", ha aggiunto il governatore.

La riunione in prefettura per il piano profughi

Già lunedì si era tenuta una riunione sul tema presieduta dal prefetto, Renato Saccone, a cui avevano preso parte la vicesindaco del comune di Milano Anna Scavuzzo, gli assessori Lamberto Bertolè, Welfare, e Marco Granelli, Sicurezza, oltre che rappresentanti di Regione Lombardia, Città Metropolitana, Conferenza dei sindaci e Ufficio scolastico regionale. Obiettivo dell'incontro a palazzo Diotti è stato fare il punto sulla prossima "accoglienza dei profughi ucraini" cercando di individuare le strade da seguire.

"È stato chiesto alla città metropolitana e alla rete dei sindaci dei distretti sociosanitari di svolgere un coordinamento attivo sui territori delle associazioni del terzo settore per reperire strutture dedicate a nuclei familiari di profughi ucraini", come hanno fatto sapere da corso Monforte alla fine dell'incontro. "È evidente - avevano chiarito - che in questo contesto, così come per quello afgano, la richiesta maggiore di accoglienza sarà per nuclei familiari e non per persone singole".

Come aiutare la popolazione ucraina, le indicazioni del consolato

"Sarà possibile strutturare una convenzione tra la prefettura e i comuni per l’erogazione dei servizi che normalmente sono offerti nei centri di accoglienza straordinari governativi, vitto, alloggio, mediazione culturale, accompagnamento all’assistenza sanitaria", hanno spiegato da palazzo Diotti. "In questo modo - hanno ribadito - potrà esserci un orientamento coerente per un'accoglienza diffusa, atteso che la comunità ucraina a livello territoriale è piuttosto nutrita - sono oltre 20mila persone tra Milano e hinterland - ed è rappresentata prevalentemente da donne, che presumibilmente potranno richiamare i familiari in fuga dall’Ucraina".

I pediatri lombardi che vanno a prendere i bambini al confine

Tra l'altro un gruppo di pediatri e neonatologi lombardi viaggerà fino al confine ucraino per favorire il trasporto a Milano di bambini e ragazzi che necessitano di cure e ricovero in un ospedale. Il via libera deve arrivare dal ministero degli Esteri, il cui segretario generale è già stato informato. L'équipe di medici (pediatri e neonatologi) è stata organizzata insieme a Luca Bernardo, consigliere comunale di Milano e direttore della casa pediatrica del Fatebenefratelli. I medici partiranno per il confine in modo da coordinare l'assistenza e il trasferimento di profughi bambini che necessitano ricovero e cura.

Beppe Sala e l'accoglienza a Milano dei profughi

A Milano, Beppe Sala, ha assicurato di voler fare la sua parte. "Sarà un gran lavoro ma noi faremo tutto quello che c'è da fare, in accordo con la prefettura e gli enti che accoglieranno", aveva annunciato il primo cittadino. Sala aveva poi aggiunto di essere consapevole che tante madri e nonne sono già partite verso i confini, soprattutto tra Ucraina e Romania, per poter prendere i bambini: "Ci sarà il tema di natura legale dei ricongiungimenti" da risolvere, anche perché i più piccoli "non andranno semplicemente accolti, ma bisogna che siano inseriti in percorsi educativi e formativi". Allertate anche le ong e le associazioni di volontariato del territorio.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Milano e la Lombardia si preparano all'arrivo di 100mila profughi

MilanoToday è in caricamento