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Formigoni ha diritto al vitalizio, parola fine

Il consiglio di garanzia del Senato ha confermato che il Celeste ha diritto alla pensione

La pensione da parlamentare è un diritto di Roberto Formigoni. Nelle scorse ore il consiglio di garanzia del Senato ha infatti confermato la decisione della commissione contenziosa di Palazzo Madama, che a metà aprile aveva "restituito" all'ex presidente di regione Lombardia il vitalizio che gli era stato inizialmente tolto dopo i suoi guai giudiziari. 

Con 3 voti a favore e 2 contrari - hanno detto no Valente del Pd e Balboni di Fdi, il consiglio ha respinto l'appello presentato dal segretario generale di Palazzo Madama contro la decisione di primo grado. A giorni dovrebbero arrivare le motivazioni della decisione, che sarà comunque l'ultima perché non sono previsti ulteriori gradi di giudizio. 

"È stato semplicemente applicato un basilare principio di diritto secondo cui il bene della vita al quale è funzionale la pensione non è totalmente comprimibile. La pensione serve a sopravvivere e non può esserci una seconda condanna per stenti a carico di nessuno. Formigoni la sua condanna la sta scontando, hanno spiegato i suoi avvocati, Domenico Menorello e Andrea Scuttari. 

Quella di martedì non è la prima vittoria del Celeste. L'ex parlamentare ed ex presidente di regione Lombardia - era stato governatore per tre volte di fila - già il 13 aprile era stato "premiato" dalla commissione contenziosa del Senato che aveva annullato la delibera che prevedeva la sospensione del vitalizio per il Celeste dopo i suoi guai con la giustizia. Proprio la sentenza contro cui palazzo Madama aveva presentato il ricorso, bocciato martedì.

In buona sostanza, era stato stabilito che Formigoni, oggi 74 anni, ha diritto alla pensione e per questo tornerà a ricevere il vitalizio che era stato sospeso a luglio 2019. L'ex governatore della Lombardia aveva infatti presentato un ricorso contro l'annullamento del vitalizio maturato come senatore e la commissione contenziosa gli ha dato ragione. 

La scelta di togliergli il vitalizio era arrivata dopo la condanna in Cassazione per Formigoni, punito con 5 anni e 10 mesi di carcere per corruzione nell'ambito della vicenda sulle tangenti intorno alla clinica Maugeri. All'ex presidente lombardo, che era stato in cella a Bollate prima di essere messo ai domiciliari, erano stati sequestrati anche tutti i beni su decisione della Corte dei conti, tanto che più volte lui stesso aveva detto di essere ormai indigente. 

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